“Chi denuncia le estorsioni fatica a lavorare”: Allarme da imprenditore

 
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Gela. La crisi economica continua a mangiarsi centinaia d’imprese locali: chi riesce a resistere lo fa con molta fatica.

Nonostante ciò, l’imprenditore edile Giuseppe Martorana invita a non abbassare la guardia neanche davanti ad eventuali richieste di messa a posto. “Purtroppo – spiega l’architetto Martorana – le difficoltà sono generali. Anche il gruppo che gestisco insieme a mio fratello ne risente. Se, fino a qualche anno fa, partecipavamo solo a gare d’appalto con importi superiori ad almeno 600 mila euro. Oggi, ci accontentiamo di quelle da 20 mila. Per cercare di stringere la cinghia, noi stessi lavoriamo in cantiere insieme agli operai”.
Una situazione molto delicata che, però, non lo ha portato ad indietreggiare davanti alle prime richieste giunte dagli esattori di gruppi criminali. Una scelta che ha generato la recente condanna di uno dei presunti estorsori sancita dai magistrati del tribunale di Nicosia. “In passato – spiega Martorana – le imprese mettevano quasi in conto la necessità di versare una tassa agli estorsori di turno. Adesso, invece, la storia è completamente cambiata. Io stesso consiglio a tutti di denunciare qualsiasi richiesta.
L’ho fatto per i lavori che ci vennero affidati tra le province di Enna e Messina. Non bisogna mai generalizzare, quando si parla di aziende edili non le si può infangare tutte con il marchio della mafiosità”. Senza credito, però, le imprese fanno fatica ad andare avanti.
“Questo è uno dei problemi principali – spiega Martorana – le banche non garantiscono crediti. Davanti a realtà di questo tipo, non biasimo chi si rivolge agli usurai. Il malato che, ad esempio, non trova risposte nella fede religiosa busserà sempre alla porta di un fattucchiere”.
L’architetto Martorana, così, lancia un monito a tutti. “Anche la politica locale – conclude – ci deve aiutare. Bisogna sbloccare gli appalti che sono immediatamente cantierabili.
Non importa l’ammontare, anche piccoli lavori possono creare occupazione. In caso contrario, si rischia di tagliare la spina a tanti padri di famiglia che curano le proprie aziende come già fanno con i loro figli”.

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