“Il sangue… mio padre ucciso disteso accanto a me”, l’emozione di Massimo

 
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Gela. Una messa in chiesa San Francesco ed un dibattito in municipio hanno ricordato i 20 dall’uccisione del profumiere, che si era ribellato la racket delle estorsioni. «La morte di Giordano coincide con quella di Libero Grassi – ha detto il presidente della Regione, Rosario Crocetta – ed entrambe segnano la fine di ogni battaglia antiracket per circa 12 anni in Sicilia.

Adesso c’è il risveglio – ha aggiunto il governatore – ed è nel nome di questo risveglio che celebriamo Gaetano Giordano ricordandone l’esempio e salvaguardandone la memoria perchè un popolo che non ha memoria è un popolo che non va lontano». 

Oggi l’associazione intitolata proprio a Giordano, che ha 130 soci, le cui denunce hanno portato all’arresto di oltre 400 mafiosi. Massimo Giordano aveva 22 anni quando il padre venne ucciso sotto casa. Lui era in macchina e venne ferito al gluteo. “Non capii subito cosa era accaduto – ricorda – avvertii solo un rumore strano e poi mi ritrovai bagnato di sangue con mio padre disteso accanto sul sedile di guida. Emise dei suoni strani. Cercò di dirmi qualcosa pur avendo 5 proiettili addosso. Quella è l’immagine che non dimenticherò mai”.

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