“L’immagine criminale della città anche nei film”, Cascino non risparmia critiche

 
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Gela. “Ma quando vengono rilasciate le autorizzazioni per consentire alle troupe cinematografiche di girare in città qualcuno controlla il contenuto delle sceneggiature? E’ mai possibile che i nostri quartieri vengano scelti solo per narrare storie di criminalità?”.

L’esponente della Destra Vincenzo Cascino chiede maggiore prudenza nell’esporre la città a nuove strumentalizzazioni generate dal suo passato fatto del sangue prodotto dalla faida esplosa tra i gruppi criminali di cosa nostra e stidda.
Il dito del vice presidente del consiglio provinciale viene puntato in direzione di “Vento di Sicilia”, produzione cinematografica per qualche giorno in città.
“Ovviamente – continua – non ho proprio nulla contro i produttori e tutti gli operatori impegnati in questo lavoro. Mi chiedo soltanto se sia giusto utilizzare gli scenari cittadini come palcoscenico di storie, in ogni caso, legate alla criminalità organizzata”.
Per questa ragione, l’esponente della Destra spinge per un maggior controllo su questo fronte.
“La nostra immagine – ammette – a seguito dei recenti fatti legati agli sversamenti causati da guasti all’interno della fabbrica Eni, è più che in bilico. Siamo sempre etichettati. Da un lato, i danni ambientali; dall’altro, il sangue e le morti di mafia”.
Allora, autorizzare solo quelle produzioni cinematografiche che non danneggino ulteriormente la reputazione locale?
“Non mi permetto di censurare alcunché – conclude Cascino – mi pare giusto, però, che un controllo venga effettuato. La produzione cinematografica deve essere qualitativamente valida. Le semplici speculazioni artistiche lasciano il tempo che trovano senza far guadagnare nulla all’immagine cittadina”.

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