Raffineria, si cambia: stop al nuovo Claus e pochi interventi per la diga foranea

 
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Gela. Il piano di riconversione della raffineria di contrada Piana del Signore, rientrante a sua volta nel più ampio protocollo d’intesa firmato al ministero dello sviluppo economico a novembre, sta avendo ripercussioni soprattutto tra i lavoratori dell’indotto.

Stop al nuovo Claus. Nelle ultime ore, sono stati fermati i cantieri che hanno consentito di realizzare il cosiddetto nuovo Claus, l’impianto Tgc che sarebbe dovuto servire al perfezionamento del processo di desolforazione. I responsabili della fabbrica, infatti, prevedono di non utilizzarlo: a questo punto, potrebbe essere smontato e trasferito in un altro sito del gruppo Eni. Lo stop ha avuto immediati effetti anche tra i dipendenti dell’azienda Eurocoop che hanno realizzato l’impianto. Adesso, la cassa integrazione potrebbe estendersi a tutti i circa cinquanta operai della società. Allo stato attuale, infatti, non sembrano esserci nuove prospettive sul fronte delle commesse.

Si riducono gli interventi alla diga foranea. Intanto, durante un vertice informale convocato oggi con l’intento d’illustrare le linee essenziali del nuovo progetto Eni in città, i manager del gruppo hanno confermato la volontà di limitare al minimo gli interventi sulla diga foranea. Una scelta che potrebbe pesare soprattutto sulle aziende edili impegnate nello stabilimento. L’attracco delle navi cisterne cariche d’idrocarburi, infatti, non è più un punto essenziale data la volontà di rinunciare al processo di raffinazione del greggio. Buona parte dell’area potrebbe aprirsi all’utilizzo di altri privati. Gli stessi manager del gruppo, alla fine, non hanno nascosto che per i lavoratori delle aziende dell’indotto i prossimi mesi saranno comunque molti difficili.

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