Era la nuova stidda? Dopo le condanne, parte il giudizio d’appello “Agorà”

 
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Gela. Il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Caltanissetta, lo scorso febbraio, pronunciò condanne per oltre quarant’anni di carcere.

Le decisioni del gup. Adesso, i presunti componenti del gruppo della stidda che sarebbe stato capeggiato da Emanuele Palazzo, condannato a sedici anni di reclusione, si presentano davanti ai giudici della corte d’assise d’appello di Caltanissetta. Si è aperto, infatti, il giudizio di secondo grado. Tutti gli imputati hanno fatto ricorso per il tramite dei loro legali. La condanna più dura fu quella pronunciata nei confronti di Palazzo. Due anni e otto mesi, invece, fu la pena stabilita nei confronti del collaboratore di giustizia Davide Nicastro. Quattro anni di reclusione, invece, al fratello Simone. A sei anni ammontò la condanna decisa per Massimiliano Tomaselli. Due anni al giovane Alessandro Peritore e tre anni e sei mesi a Giuseppe Romano. Condanne scattarono anche per Orazio Curva’, Pasquale Sanzo e Emanuele Curva’.

A gennaio la corte d’appello decide. Già il 18 dicembre, spetterà al procuratore generale esporre la propria requisitoria. A gennaio, invece, saranno i primi due difensori, gli avvocati Davide Limoncello e Flavio Sinatra, a sostenere le ragioni dei rispettivi assistiti. I loro interventi sono stati calendarizzati per l’8 gennaio: la decisione potrebbe arrivare, invece, il 22 gennaio, data nella quale saranno gli altri difensori a concludere. Nel pool legale, ci sono anche gli avvocati Salvo Macrì, Maurizio Scicolone, Michele Micalizzi e Nicoletta Cauchi.

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