“Rifiuti pericolosi e non”, progetto per nuovo impianto a Brucazzi: carte alla Regione

 
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L'area e la struttura sono già nella disponibilità dell'azienda

Gela. L’investimento è tutto privato, così come il progetto per un impianto di stoccaggio di rifiuti, pericolosi e non, sia solidi che liquidi. Tutte le carte sono state trasmesse alla Regione, intorno a metà giugno. E’ partita la procedura per verificare l’assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale. L’impianto dovrebbe sorgere in contrada Brucazzi, nell’area ex Asi. Si tratta di un’area acquisita dalla Mecogest, azienda locale che da anni opera nel settore e che ha proposto il progetto. In base alla documentazione trasmessa agli uffici dell’assessorato regionale territorio e ambiente, il progetto prevede una capacità di stoccaggio e lavorazione di rifiuti, compresi quelli pericolosi, fino a duecento tonnellate al giorno. Il sistema è predisposto per la lavorazione di diverse categorie di scarti, da quelli della raffinazione fino agli oli esausti. Ci sono, poi, i rifiuti dei processi inorganici, le vernici, i fanghi, i catalizzatori, gli scarti dell’attività edilizia e di costruzione e le miscele. Un progetto che è stato proposto, in attesa di una valutazione della Regione, durante una fase sicuramente molto complessa per la governance dei rifiuti, a livello locale. Le scelte proprio della Regione su Timpazzo, con l’aumento dei conferimenti destinati al sito, stanno alimentando lo spettro di un territorio trasformato nella “nuova Lentini”, una discarica per tutta l’isola.

Il processo di stoccaggio e lavorazione dei rifiuti, in base a quanto riportato nelle relazioni trasmesse da Mecogest a Palermo, prevede fasi di “raggruppamento preliminare”, di “ricondizionamento preliminare”, di “deposito preliminare” e ancora di “scambio rifiuti” e “messa in riserva”. Viene riportata una dettagliata descrizione delle misure di abbattimento delle emissioni e di riduzione degli impatti ambientali. Le successive decisioni spetteranno alla Regione, che nel recente passato autorizzò un altro impianto di questo tipo, quello dell’azienda Petroltecnica, insediata nell’area di raffineria. Tra gli altri particolari, l’area individuata per far sorgere il nuovo impianto di trattamento dei rifiuti ricade all’esterno del perimetro del Sito di interesse nazionale.

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