Rione con ville di pregio dimenticato dal Comune

 
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Gela. Mancano strade, vie di fuga, fogne, illuminazione e segnaletica stradale. A parlare è Luigi Cosenza, uno dei tantissimi proprietari delle ville unifamiliari edificate nell’estrema periferia nord della città. Un’area vastissima che solo con un intervento del comune potrebbe diventare di pregio. Eppure, gli stessi residenti escludono che le costruzioni siano frutto dell’abusivismo edilizio che caratterizza le tante brutture architettoniche della nostra città. “Il quartiere Albani Roccella è nato con regolare concessione edilizia e tutti abbiamo pagato oneri di urbanizzazione e costi di costruzione al Comune che doveva occuparsi dell’urbanizzazione delle aree che non ha mai fatto – dichiara Luigi Cosenza – Nei casi in cui piove, inoltre, si creano allagamenti e tutto diviene un pantano”. “Davanti all’ingresso dell’istituto scolastico si continuano a depositare rifiuti – aggiunge il rappresentante di quartiere, Rosario Iannì – Caltaqua non ci fornisce acqua e noi siamo costretti ad acquistarla, facciamo segnalazioni quasi quotidiane, ma i sopralluoghi dei tecnici sono sporadici, ma continuando a monitorare i contatori abbiamo constatato che in circa tre settimane abbiamo preso non più di un metro cubo d’acqua”.

I residenti si mostrano esasperati e chiedono immediati interventi di urbanizzazione primaria e secondaria, ma le numerose segnalazioni sembrano non smuovere l’attuale amministrazione che pare incapace a trovare soluzioni a problemi seppure ereditati. “Da tempo si discute delle necessarie opere di urbanizzazione primari e secondaria per il quartiere, ma l’amministrazione appare sorda su questo fronte – ribadisce il rappresentante, Rosario Iannì – noi chiediamo che la zona venga urbanizzata perché la qualità di vita dei residenti è sotto zero”. “Vorrei invitare l’amministrazione a riflettere su dove costringe a vivere i propri cittadini – afferma Luigi Cosenza – Vorrei una risposta seria da parte del sindaco e dell’assessorato competente di dove sono finiti gli oneri di urbanizzazione che ho versato”. Quasi un dettaglio l’inesistenza dell’area su Google Maps se si considera che le poche strade esistenti sono inaccessibili soprattutto ai mezzi di emergenza come ambulanze e vigili del fuoco. “Mesi fa sono andato in ospedale per un controllo, ma nel riaccompagnarmi a casa l’ambulanza ha impiegato ben trenta minuti solo per trovare la via”, racconta il rappresentante di quartiere, Antonio Spinello, che sottolinea come il quartiere sia totalmente chiuso rispetto ai quartieri limitrofi e sprovvisto di vie di fuga.

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