Riparte terapia intensiva, ora bisognerà concretizzare il progetto finanziato da Eni

 
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Gela. Al suo interno gli otto posti letto, giovedì al momento della riapertura ufficiale, erano vuoti, i monitor dei respiratori sullo stand by. Nel giorno del riavvio dopo lo stop forzato per la positività degli operatori e le mille polemiche contro l’Asp per la decisione di trasferire i pazienti Covid, al “Sant’Elia” di Caltanissetta, il reparto di terapia intensiva del Vittorio Emanuele si presenta in una veste completamente diversa dai giorni drammatici della quarta ondata. Il reparto diretto dal dottor Salvo Damante, tornato operativo dopo la positività al virus, riapre i battenti per tutti quei pazienti non Covid che necessitano della rianimazione. Dalle emergenze – urgenze del pronto soccorso alle riabilitazioni post chirurgiche. Intanto già a fine mese, finalmente, dovrebbero iniziare i lavori di completamento del nuovo reparto di Terapia intensiva finanziato da Eni, che sorgerà nelle stanze al piano inferiore dell’attuale Rianimazione e che prevede l’installazione di altri 10 posti letto che si aggiungeranno agli otto già esistenti. L’avvio dei lavori è stato concordato dopo un confronto tra i tecnici di Eni e quelli di Asp. A metà mese invece dovrebbe aprire definitivamente i battenti il pronto soccorso infettivologico. Anche qui dopo diversi ritardi e lungaggini burocratiche sta per completarsi l’ultimo tassello, quello del collaudo del macchinario per la Tac.

Caltagirone risponde anche alle recenti critiche arrivate da diverse parti politiche rispetto alla scarsa attenzione che l’azienda ospedaliera e la Regione avrebbero finora rivolto alla sanità locale. Ha ribadito il massimo interesse verso le strutture sanitarie della città.

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