Ripetitore alla Cittadella, ricorso in procura per accertare rischi elettrosmog

 
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Gela. Il braccio di ferro scaturito dall’installazione di un ripetitore per la telefonia mobile nella zona residenziale della Cittadella finisce in tribunale. Abitanti e associazioni che, da oltre un anno, cercano di bloccare il funzionamento

dell’impianto voluto dalla multinazionale delle telecomunicazioni Ericsson hanno deciso di tentare la via legale.
Assistiti dall’avvocato Elisa Nuara, chiedono che il funzionamento dell’impianto venga bloccato insieme alle autorizzazioni rilasciate dagli uffici di Palazzo di Città. Per questa ragione, hanno depositato una relazione tecnica di parte, redatta dall’ingegnere Gianfranco Di Pietro.
“In base agli accertamenti compiuti sull’impianto realizzato alla Cittadella – spiega proprio l’esperto – ho notato soprattutto l’assenza di verifiche, sul piano degli effetti prodotti dalle onde elettromagnetiche, nella prospettiva del campo vicino. In sostanza, si è data maggiore importanza all’incidenza delle onde sui punti più lontani dal ripetitore, senza valutarne le conseguenze nei punti più vicini”.
Così, stando all’ingegnere, la logica conseguenza dovrebbe essere quella di effettuare collaudi in grado di parametrare i valori delle emissioni.
“Solo in questo modo – continua Di Pietro – potremmo capire se le percentuali siano superiori alle medie consentite dalla legge”. Intanto, proprio alla Cittadella, si chiedono che fine abbia fatto il regolamento che avrebbe dovuto guidare l’eventuale rilascio di nuove autorizzazioni sul territorio locale.
“Ci avevano promesso l’immediata trattazione del regolamento in consiglio comunale – dice Virginia Farruggia di Legambiente – a un anno di distanza, non ne abbiamo più saputo nulla”.

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