Gela. L’appalto della raccolta dei rifiuti senza i servizi aggiuntivi non consente il mantenimento delle condizioni igienico-sanitarie all’interno del perimetro urbano. Alle denunce del primo cittadino, Domenico Messinese, secondo il quale con un esborso pari a 6 milioni di euro annui sono state nascoste le criticità del servizio di raccolta dei rifiuti, ad parlare di “anomalie nel bando di gara” è Giuseppe Romano, amministrazione della Roma Costruzioni: impresa che si è occupata in città della raccolta dei rifiuti. “Contestiamo il servizio in tutte le sue sfaccettature – accusa Romano – Già a maggio dello scorso anno avevamo denunciato le anomalie riscontrate nel bando di gara. E’ davvero utopistico pensare di garantire un servizio di raccolta e gestione dei rifiuti con i costi e le modalità presentate dalla Tekra, società campana che si è aggiudicata il bando. Oggi – aggiunge – si scopre che la Tekra ha svolto il servizio fatturando prestazioni aggiuntive allo stesso appalto. Il mancato riconoscimento dei costi straordinari, da parte della nuova amministrazione comunale, hanno fatto emergere tutte le criticità di quell’appalto, dove le imprese avevano partecipato sapendo di perdere. Molte zone non vengono servite adeguatamente, il costo previsto per gli operatori non è adeguato al numero di addetti necessari. Questo di oggi è il reale potenziale del servizio che la Tekra avrebbe dovuto svolgere anche con l’amministrazione retta da Angelo Fasulo. Invece, grazie ad un tavolo tecnico, senza atti aggiuntivi, era stato modificato il capitolato rendendolo nullo rispetto a quanto previsto dalla normativa. Sono andati avanti per quasi un anno. Oggi la nuova amministrazione comunale si è accorta delle inadempienze cercando di rettificare gli errori. Ovviamente viene difficile alla Tekra di tornare indietro. Avevamo denunciato queste anomalie alla magistratura. Spero che oggi venga ripescata la nostra segnalazione. Intanto a Montelungo il servizio di raccolta è congelato da circa una settimana. I cassonetti dei rifiuti sono stracolmi – conclude Giuseppe Romano – Non sappiamo come smaltirli”.
