Sale la tensione nell’indotto Eni, anche i metalmeccanici dell’Ugl chiedono l’intervento della prefettura

 
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Gela. Nonostante proseguano i lavori finalizzati alla nuova green refinery, i sindacati dell’indotto Eni chiedono con insistenza un intervento della prefettura di Caltanissetta. Dopo la richiesta ufficiale, risalente ad alcuni giorni fa, firmata dai segretari provinciali dei metalmeccanici di Fiom, Fim e Uilm, adesso arriva anche quella dell’Ugl. Un nuovo tavolo in prefettura, a Caltanissetta, infatti, è stato appena chiesto dal segretario provinciale dei metalmeccanici Francesco Cacici, sostenuto dal confederale Andrea Alario. Proprio Cacici, negli scorsi giorni, aveva denunciato la massiccia presenza di pensionati in fabbrica, assunti nonostante, in diversi casi, abbiamo anche ottenuto il riconoscimento dell’esposizione all’amianto.

La richiesta indirizzata alla prefettura. Insomma, scelte discutibili, favorite secondo il sindacalista da scarsi controlli da parte dei funzionari di raffineria. Molti operai dell’indotto, già inseriti in lista di disponibilità, sono rimasti fuori dalla fabbrica. Per i sindacati, sarebbero stati scavalcati non solo dai pensionati ma anche da trasferisti giunti da altre province dell’isola. La triade di Fiom, Fim e Uilm e la segreteria dell’Ugl contestano pure lo smodato ricorso ai contratti a termine e gli straordinari, sempre più frequenti. Questioni che potrebbero nuovamente finire sul tavolo della prefettura nissena. Nella richiesta, firmata da Cacici, si chiede la convocazione degli imprenditori di Sicindustria oltre a quella dei vertici della multinazionale.

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