“Scuola riparte, ma famiglie preoccupate”, Farruggia: “Su Covid gestione fallimentare”

 
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Il consigliere comunale del Movimento cinquestelle Virginia Farruggia

Gela. “Da domani, si torna a scuola, in presenza, ma senza certezze”. Il consigliere comunale del Movimento cinquestelle Virginia Farruggia fa una disamina, decisamente critica, rispetto alle troppe falle gestionali, nell’emergenza sanitaria, che si è abbattuta sulla città, con numeri mai registrati. Il consigliere grillino, che è sempre stata favorevole alla scuola, in presenza, non tace però sulle tante incertezze, che pesano sulle famiglie. “Cosa è cambiato rispetto a cinque giorni fa? E rispetto alla situazione epidemiologica e alla sua gestione, cosa è cambiato rispetto ad un anno fa? Esattamente nulla. O quanto meno, nella percezione della gente non è proprio cambiato nulla, se non il moltiplicarsi dei contagi che oggi hanno superato quota 4 mila. Eppure un osservatore più attento e con un pò più di memoria non può non fare una riflessione in merito. L’anno scorso, a Natale, eravamo in zona rossa nonostante i contagi fossero sicuramente inferiori. C’era il coprifuoco e gli esercizi commerciali erano quasi tutti chiusi, eccetto quelli definiti di prima necessità. Superata la fase acuta e con l’avvio della campagna di vaccinazione, tutto pareva poter tornare alla normalità, ma tra aprile e maggio, nuovamente i contagi hanno raggiunto numeri tali da fare alzare il livello di guardia e la percezione della paura da parte delle famiglie, che a gran voce sono tornate a chiedere la dad per i loro figli e per salvaguardare le loro famiglie. Anche in quel caso, Asp ha perso completamente il tracciamento e la gestione della pandemia è andata in tilt. Anche in quell’occasione, il sindaco è stato chiamato ad emettere un’ordinanza in assenza del parere obbligatorio e vincolante dell’Asp, deputata al controllo e al contrasto della diffusione del virus.  Ma quelli erano anche i tempi degli screening della popolazione scolastica – dice Farruggia – che se da una parte erano utili a temporeggiare, tenendo la scuola chiusa per qualche altro giorno ancora; dall’altro servivano per avere una fotografia, seppur breve, funzionale al rientro scolastico. Praticamente sembriamo entrati in un loop. Asp, oggi, è come se avesse appena scoperto di essere in pandemia. La sua gestione fa acqua da tutte le parti e il sindaco cerca di stare sulla notizia attraverso dichiarazioni schizofreniche, dice tutto e il contrario di tutto, da un giorno all’altro. Ed ecco che mentre cinque giorni fa imperversava il panico e la dad pareva essere la panacea di tutti i mali, oggi lo stesso strumento invece rappresenta un grave danno sotto l’aspetto psicologico per i ragazzi e per i bambini. Mentre cinque giorni fa l’ordinanza, in assenza di parere Asp, era fattibile in base al Tuel e non ai sensi del provvedimento del presidente della Regione; oggi, dalle dichiarazioni dell’amministrazione, pare che possa correre il rischio di essere impugnata al Tar. I dirigenti e gli istituti scolastici si sono trasformati in presidi sanitari e di controllo, più che di istruzione e cultura”. Sia Asp che l’amministrazione comunale, secondo Farruggia, peccano di cattiva gestione.

“Ai dirigenti viene chiesto di monitorare la situazione epidemiologica della popolazione scolastica perché l’Asp non è in grado di fornire alcun dato aggiornato e attendibile e di garantire tutte le misure di sicurezza per un rientro in serenità. E’ chiaro che la situazione risulta paradossale e che la comunicazione è del tutto scollata dalla realtà. Noi da sempre abbiamo creduto con forza che la scuola in presenza fosse importantissima per i nostri ragazzi, soprattutto in un momento storico come questo, dominato dalla solitudine e da una forte carenza relazionale ed affettiva. Abbiamo sempre dato fiducia ai dirigenti scolastici e agli insegnanti tutti, ma non possiamo che ribadire, per l’ennesima volta, il fallimento della gestione della pandemia da parte di chi è deputato al controllo e alla sicurezza in ambito sanitario. L’amministrazione non riesce a smarcarsi dalle scelte e dai fallimenti della Regione e di Asp. Non riesce ad assumere il ruolo di massima carica, in materia sanitaria, assumendosi le responsabilità del caso. Domani – continua il consigliere – riapriranno le scuole, in un totale clima di incertezza per le famiglie e per i dirigenti, mentre Asp non ritiene importante dare comunicazione alla città sulla reale situazione. Ma sempre un osservatore attento non potrà non notare come stiano cambiando tutti i protocolli relativi alle quarantene nonché ai contatti con i positivi. Di fatto, non esiste più la richiesta di tracciamento e le procedure sono state alleggerite, a partire dai giorni di isolamento, ma soprattutto dalla sostituzione dei tamponi molecolari, per l’accertamento della positività e per la determinazione della fine dell’isolamento, con i tamponi rapidi. Ci chiediamo se questa nuova strategia sia dovuta ad una condizione sanitaria meno preoccupante o solo al fatto che Asp deve necessariamente far abbassare la curva epidemiologica, a discapito della salute dei cittadini. Tutto quello che serve in questo momento è una chiara ed univoca comunicazione, piuttosto che il silenzio assordante in queste fasi di panico, con la popolazione che avrebbe solo bisogno di rassicurazione. Asp dovrebbe spiegare perché ritiene che la situazione sia sotto controllo nonostante i fatti dimostrino il contrario. Dovrebbe spiegare ai cittadini perché gli interventi strutturali programmati per l’ospedale siano ancora al palo, in una situazione di emergenza che dura ormai da due anni. Dovrebbe spiegare ai cittadini, così come il sindaco, se è il caso ancora di vivere nel panico oppure mandare con serenità i propri figli a scuola”.

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