Senza lavoro e senza sostegni: Operai in sit in davanti la sede dell’Inps

 
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Gela. La crisi che ha colpito l’indotto della fabbrica Eni si sta trasformando in un volano impazzito: tanto da aver messo in forte difficoltà anche gli operatori locali dell’Inps, incaricati di occuparsi delle pratiche relative agli ammortizzatori sociali.

Oltre cento operai, attualmente fuoriusciti dallo stabilimento di contrada Piana del Signore, aspettano ancora di ricevere i contributi che l’istituto previdenziale dovrebbe erogargli. In media, gli arretrati ammontano anche a nove mesi. Ieri mattina, un gruppo di operai insieme ai sindacalisti Ignazio Giudice e Orazio Gauci hanno protestato davanti agli uffici Inps di via Palazzi.
“Purtroppo – spiega il segretario della camera del lavoro Ignazio Giudice – più di cento operai aspettano di ricevere i soldi dovutigli. Ci sono, solo per fare un esempio, gli ex Procontrol che non ricevono contributi dallo scorso agosto. Il vero problema riguarda il numero insufficiente di operatori Inps. I pochi disponibili non riescono a smaltire l’intero carico di lavoro”.
La rabbia è tanta fra i lavoratori che, senza alcuna risposta, attendono di ricevere i contributi previsti per la mobilità o la cassa integrazione.
“Ma cosa dovremmo dire alle nostre famiglie? – chiedono alcuni di loro – vogliamo soltanto quello che ci spetta. Non riusciamo a rientrare in fabbrica e, oltretutto, dobbiamo anche subire ritardi di mesi per avere meno di mille euro”. In prima fila al sit in organizzato dai sindacalisti della Cgil c’erano tanti lavoratori metalmeccanici investiti dalla crisi che si è abbattuta sulle loro aziende.
“La nostra protesta – ammette il segretario della Fiom Orazio Gauci – non riguarda la direzione locale dell’Inps o gli operatori. Con i mezzi a loro disposizione cercano di garantire lo sviluppo di tutte le pratiche. Ma il numero di addetti è veramente esiguo. A pagarne le conseguenze, come spesso capita, sono gli operai”.
Da settimane, i sindacalisti cercano di risolvere la questione insieme al direttore provinciale dell’Inps Domenico Falsone. “A questo punto – spiega ancora Ignazio Giudice – chiediamo che il prefetto di Caltanissetta ci convochi. Non si può continuare in questo modo. I lavoratori sono esasperati. Perché non si rafforzano gli uffici locali visto che buona parte delle pratiche riguarda lavoratori e aziende di questa città?”.
A protestare, c’erano gli ex dipendenti Procontol ma anche gli ex Comeco, Lavema e Siderman, insieme a molti altri operai oramai fuori dal ciclo produttivo della fabbrica Eni. Tutti costretti, quasi quotidianamente, a continui viaggi verso gli uffici Inps di Caltanissetta in cerca di risposte davanti a contributi economici mai percepiti.
Adesso, la palla passa al prefetto Carmine Valente. I sindacalisti chiedono di essere convocati per dare risposte a chi non riesce più a trovare motivazioni neanche nella protesta.

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