Suolo pubblico, organizzazioni datoriali critiche: “Si aumenta con il gioco delle tre carte”

 
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Un incontro tra amministrazione ed esercenti

Gela. Le organizzazioni degli esercenti continuano a non condividere le scelte dell’amministrazione sull’occupazione del suolo pubblico. I rappresentanti di Casartigiani, Confcommercio, Ascom Sicilia e Confesercenti, ribadiscono che non ci sarà alcuna agevolazione per gli esercenti, nonostante il taglio del cinquanta per cento autorizzato dalla giunta. Sui pagamenti per l’occupazione del suolo pubblico, per le organizzazioni datoriali a rimetterci sono sempre commercianti e ristoratori. “L’amministrazione comunale sta facendo il gioco delle tre carte, ufficializzato con la delibera del 30 maggio. Si stabilisce il pagamento del suolo pubblico per occupazione temporanea, cioè il periodo estivo, aumentato a 0,60 centesimi di euro al metro quadro al giorno e ridimenzionato del 50 per cento, per venire incontro, a loro dire, alla crisi economica e all’aumento dell’energia, del metano e delle materie prime che gli imprenditori stanno affrontando. E’ stata rifiutata totalmente la richiesta delle associazioni datoriali, che chiedevano la sospensione del canone per il periodo estivo o quantomeno lasciare il canone cosi come per gli anni passati, a 0,13 centesimi al metro quadro”, spiegano Antonio Ruvio, Rocco D’Arma, Armando Grimaldi e Rocco Pardo. Le organizzazioni del settore continuano a ribadire che i costi aumenteranno in maniera consistente.

“L’amministrazione non solo ha aumentato del 400 per cento il canone, per scontarlo del 50 per cento e facendolo passare per un’agevolazione, ma ha trascurato che è aumentato di quasi tre volte e che l’aumento resterà, aggiungendosi ai costi di gestione dei pubblici esercizi. Il canone da pagare per soli 50 metri quadri, per 120 giorni, sarà di 1.800 euro,  più di un affitto dell’immobile stesso. Di certo questo inciderà sui costi e direttamente sui prezzi di vendita degli alimenti e delle bevande, altro che agevolare il lavoro e gli imprenditori. Questo significa tassare sempre di più le aziende e allontanare il turismo”, aggiungono i rappresentanti, che suggeriscono a questo punto di “pagare il canone mensilmente così da non incidere immediatamente, ma solo gradualmente, sulla liquidità dell’azienda”. Il sindaco e l’amministrazione comunale avevano fatto sapere che la linea del taglio dei canoni non era praticabile.

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