“Tagli, sanità e royalties, ecco il vero scandalo di Greco”, Siragusa: “E’ sempre più in difficoltà”

 
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Un incontro della campagna elettorale per le regionali dello scorso anno

Gela. “Il sindaco è sempre più in difficoltà e si capisce dal fatto che abbia deciso di attaccare a testa bassa, scagliandosi anche contro il Pd e buttandola in polemica sterile”. Il segretario cittadino dem Guido Siragusa, però, non ritiene affatto che l’iniziativa per arrivare alla mozione di sfiducia possa essere considerata “scandalosa”, come ha invece sintetizzato l’avvocato Greco, sottolineando quelle che ritiene evidenti incongruenze politiche, con i dem insieme al centrodestra e non solo. “Il vero scandalo – dice invece Siragusa – è che il sindaco in oltre tre anni non si sia ancora accorto che l’ospedale è stato trasformato in presidio da paesino di montagna mentre lui continua a difendere il management Asp e ha sostenuto politicamente lo stesso centrodestra che ha declassato il nostro ospedale. E’ scandaloso che voglia portare in aula consiliare un bilancio che non bilancia nulla e che quasi sicuramente farà scattare il dissesto finanziario, cosa che i suoi predecessori non avevano mai fatto. E’ scandaloso – continua Siragusa – che la città abbia perso 250 milioni di euro per la darsena commerciale, tagliati dalla Regione, e trenta milioni del Patto per il Sud, definanziati sempre dalla parte politica sostenuta dal sindaco. E’ scandaloso che le somme delle royalties estrattive continuino ad essere destinate alla spesa corrente piuttosto che a progetti di bonifica ambientale. E’ scandaloso che da otto anni non si riesca a dare un nuovo servizio rifiuti alla città e che questa amministrazione abbia proceduto ancora in proroga. E’ scandaloso che non ci sia più la Camera di Commercio e che la condotta agraria sia stata trasferita a Niscemi. Sono questi i veri scandali che sicuramente la città non dimentica. La mozione di sfiducia è il risultato naturale di un percorso che ha visto il Pd sempre coerente”. Siragusa traccia uno scenario politico che non pone troppe alternative. “Il sindaco, potenzialmente, ha una maggioranza che può approvare il bilancio e respingere ogni mozione di sfiducia – dice ancora – se ha i numeri, si faccia votare il bilancio con il parere negativo dei revisori, che indicano una situazione gravissima. Lo invito ad evitare accuse personali. Alla città non interessano le solite sterili polemiche. Comprendo le sue difficoltà, ma quando è troppo è troppo”.

In giornata, anche il segretario provinciale del Pd Peppe Di Cristina ha risposto alle accuse mosse da Greco, che ha tirato in ballo la convergenza sulla sfiducia tra i democratici e consiglieri di opposizione come Salvatore Scerra. “Non ci sentiamo migliori di nessun altro, pertanto non abbiamo bisogno di maestri, men che meno cattivi maestri.  La nostra asticella sulla moralità è sempre stata altissima e le nostre scelte trasparenti. Siamo convinti che rispetto alla situazione finanziaria prospettata, non da noi ma dai revisori dei conti, e al caos a tratti confuso che si sta imponendo, la sfiducia sia un elemento di chiarezza politica sia per capire chi sta con la città sia per renderci conto delle posizioni che in politica sono necessarie, utili e imprescindibili. Nel merito, le ulteriori valutazioni politiche le faranno il segretario del partito cittadino, la direzione e gli organi competenti. Da noi funziona così. Nel frattempo, però, voglio evidenziare – spiega D Cristina – che non abbiamo bisogno di lezioni di legalità e coerenza. Ribadisco che mi sembra tardiva la posizione sulla sanità locale. Denunciamo da anni il disastro e lo smantellamento del “Vittorio Emanuele” e non accettiamo che adesso si ergano a paladini della buona sanità coloro che alle ultime competizioni elettorali hanno votato per i protagonisti del disastro, tutto a danno dei malati e dei fragili. Per il resto, abbiamo ancora tante cose da dire e le diremo. Per noi questo territorio viene sempre prima di tutto. Come sempre non cambiamo idea, posizione, visione, prospettiva, in base alla convenienza momentanea”.

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