Tar apre nuova possibilità per l’impianto di termo ossidazione dei rifiuti, “va riesaminato”

 
1
La tecnologia predisposta da "Energika" era basata sul processo "two"

Gela. Gli assessorati regionali competenti e la commissione tecnica specialistica devono riesaminare il progetto della società Energika, fondata dall’ingegnere Angelo Tuccio (morto a fine dello scorso anno), che prevede la realizzazione di un impianto di termo ossidazione dei rifiuti, da realizzare nell’area industriale. I giudici del Tar Palermo hanno accolto la richiesta di sospensiva avanzata dai legali dell’azienda, che hanno impugnato il decreto che bocciava il progetto. Tra i motivi del no all’impianto, il fatto che ricadesse in una zona, sottoposta ai vincoli di Rete Natura 2000. Gli imprenditori di Energika, però, hanno più volte sostenuto, anche attraverso i loro legali, che in realtà il diniego era stato espresso dopo la valutazione di una versione non definitiva del progetto. Quella finale esclude che l’impianto venga realizzato in area vincolata. Una “svista” dei tecnici regionali che però i giudici del Tar hanno individuato, accogliendo la richiesta di sospensiva. Entro i prossimi quaranta giorni, gli assessorati regionali al territorio e all’energia e la commissione tecnica dovranno valutare la versione definitiva. Dalla Regione non sono stati trasmessi gli atti che i giudici amministrativi avevano richiesto per visionare gli aspetti più importanti dell’impianto di termo ossidazione, inizialmente bocciato.

La decisione del Tar riapre la porta ad un’eventuale approvazione. Era stato l’ingegnere Angelo Tuccio, padre dell’investimento, ad illustrarne i primi particolari, soffermandosi soprattutto sulla totale assenza di impatto ambientale, rispondendo così a chi aveva sollevato dubbi sulle emissioni di un processo produttivo di questo tipo, basato sul trattamento dei rifiuti per la produzione di energia.

1 commento

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here