“Telefonate e minacce dal mio ex marito”: Una donna accusa davanti al giudice

 
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Gela.
“Era diventato impossibile perfino andare a mangiare una semplice pizza con gli amici. Il mio ex marito mi contattava continuamente al telefono. Avevo l’obbligo di non portare con me nostra figlia”.

Sono state molto chiare le accuse lanciate nei confronti di A.P. dall’ex consorte sentita nel corso di una delle udienze del processo a carico dell’uomo che deve rispondere di stalking.
E’ stata proprio la denuncia presentata dalla donna a far scattare la relativa indagine nei confronti dell’imputato. Le domande poste dal pubblico ministero Giampiero Cortese si sono concentrate, soprattutto, sulle presunte minacce che A.P. avrebbe rivolto all’ex consorte nei pressi della scuola frequentata dalla figlia.
Le contestazioni mosse all’uomo sono state fortemente criticate dal suo legale di fiducia, l’avvocato Sonia Romano. La difesa, infatti, ha cercato di mettere in luce come la tensione esplosa tra i due abbia condotto ad atteggiamenti di reciproca conflittualità.
Nel corso dell’udienza sono stati sentiti dal giudice Chiara Raffiotta anche la sorella della presunta vittima e il padre della donna.
“Purtroppo – ha spiegato il testimone – l’ex marito di mia figlia aveva imposto un rapporto praticamente patriarcale. Lei doveva solo obbedire alle sue richieste”.
Le dichiarazioni rese in aula dai testimoni hanno trovato l’opposizione della difesa. L’ex moglie di A.P. si è costituita parte civile con l’avvocato Paolo Testa. In base ai risvolti della vicenda emersi in aula, i contrasti tra i due ex coniugi avrebbero portato alla presentazione di reciproche denunce, sfociate anche in altri procedimenti penali.

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