Una pistola nell’abitazione di famiglia, definitiva la condanna di un giovane: Cassazione conferma

 
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Gela. E’ stato respinto il ricorso presentato dal ventottenne Graziano Romano contro la condanna a tre ani di reclusione impostagli, sia in primo che in secondo grado, dopo che i poliziotti del commissariato trovarono una pistola calibro 7,65 con matricola abrasa nell’abitazione di famiglia. La condanna diventa definitiva a seguito del verdetto emesso dai giudici della Corte di Cassazione, ai quali si è rivolto il legale di fiducia, l’avvocato Carmelo Brentino. Le motivazioni sono state pubblicate. I magistrati romani non hanno accolto le osservazioni della difesa, pronta a sostenere che l’arma venne trovata in un vano dell’immobile, non nella disponibilità del giovane.

Il legale si è soffermato anche sullo stato della pistola, probabilmente non più efficiente. I giudici però hanno confermato la condanna. Romano è stato ritenuto responsabile, anche in questo caso in via definitiva, del tentato omicidio del coetaneo Igland Bodinaku, raggiunto da diversi colpi di pistola sparatigli mentre si trovava ai domiciliari, in un’abitazione del quartiere Sant’Ippolito.

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