Verona, inchiesta sui poliziotti: un gelese tra gli indagati, ha negato omissioni

 
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Verona. Non è accusato di violenze ma di presunte omissioni nel corso di una perquisizione nell’abitazione di un cittadino di nazionalità albanese. Come riporta l’edizione on line del Corriere del Veneto, c’è anche un poliziotto gelese tra quelli indagati nella più vasta indagine partita da casi di presunte violenze perpetrate da agenti nella questura di Verona. In cinque sono finiti agli arresti domiciliari, l’ispettore milanese Filippo Failla Rifici di 35 anni, l’assistente bellunese Roberto Da Rold di 44, l’agente napoletano Alessandro Migliore di 24, l’assistente capo veronese Loris Colpini di 51 e l’agente catanese Federico Tomaselli di 31, così riporta il Corriere del Veneto. Il gelese trentanovenne Francesco Fabio Bonvissuto, come altri sedici colleghi, non è stato sottoposto a misure restrittive ma la procura ha comunque richiesto la sospensione dal servizio per dodici mesi. Indicazioni analoghe per tutti gli indagati non raggiunti da altri provvedimenti. Il trentanovenne, difeso dal legale Guido Beghini, è stato sentito dal gip del tribunale veronese, insieme al poliziotto pugliese Massimiliano Miniello e al quarantaquattrenne campano Giuseppe Tortora.

In base a quanto riferisce l’edizione on line del Corriere del Veneto, ha negato omissioni durante la perquisizione nell’abitazione del cittadino albanese, bodyguard in una discoteca frequentata da altri agenti indagati. Secondo gli inquirenti, invece, gli agenti che effettuarono la perquisizione avrebbero omesso di indicare che c’erano armi. Stando alle accuse, l’attività di verifica nell’abitazione sarebbe stata interrotta, garantendo una sorta di trattamento di favore al bodyguard, conoscente di alcuni poliziotti e soprattutto del campano Migliore, tra i principali indagati per le violenze e sottoposto ai domiciliari. I tre agenti sentiti dal gip, assistiti dai rispettivi difensori, hanno fermamente negato, spiegando di aver operato nel rispetto del provvedimento che era stato rilasciato per la perquisizione. Non avrebbero riportato la presenza di armi perché non le trovarono, così indica il Corriere del Veneto. Nelle intercettazioni a disposizione degli inquirenti, invece, pare che il cittadino albanese si vantasse del fatto che la conoscenza con alcuni poliziotti gli avrebbe garantito un salvacondotto, da ricambiare con ingressi gratuiti in discoteca. I tre agenti sentiti dal gip hanno escluso di aver mai frequentato quel locale.

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