Viola i sigilli, lo condannano a 4 anni e non sa niente: ok alla perizia psichica

 
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Gela. Una perizia medica per accertare la capacità d’intendere e di volere e, quindi, la possibilità di stare in giudizio. L’hanno autorizzata i giudici della corte d’appello di Caltanissetta nel caso del disoccupato Giuseppe S.

L’uomo venne condannato a quattro anni e cinque mesi di reclusione in primo grado con l’accusa di aver violato, in un’unica occasione, i sigilli apposti ad un immobile di sua proprietà realizzato in assenza di concessione edilizia. Venne condannato a conclusione di un dibattimento svoltosi senza un legale che lo potesse difendere. Il disoccupato, infatti, non risposte mai alle notifiche giunte dagli uffici della procura né, tantomeno, si fece assistere.
Per questa ragione, il nuovo difensore, l’avvocato Giuseppe Cascino, ha scelto di chiedere ai magistrati di secondo grado una verifica sulle capacità psichiche del suo assistito. Furono i familiari a venire a conoscenza della pesante condanna inflittagli. Peraltro, circa quattro anni fa, l’immobile finito al centro dei controlli antiabusivismo fu messo all’asta e, di conseguenza, uscito dalla disponibilità dell’imputato.
Una situazione ritenuta del tutto paradossale proprio dall’avvocato Cascino che, dopo aver ottenuto la rimessione in termini per poter proporre appello, ha subito scelto di richiedere la sottoposizione del suo assistito ad una perizia medica approfondita.
La richiesta del legale, alla fine, è stata accolta e spetterà all’esperto da nominare valutare lo stato dell’uomo finito al centro di un complicato caso giudiziario.
I fatti costati la condanna a quattro anni e cinque mesi di reclusione in primo grado risalgono all’arco temporale compreso tra il 2002 e il 2006. Giuseppe S. venne individuato mentre accedeva all’immobile sequestrato senza alcuna autorizzazione.
Da lì, si avviò il relativo procedimento penale con la denuncia sporta nei suoi confronti dagli agenti di polizia municipale. La situazione economica assai precaria del disoccupato, addirittura, gli costò la perdita proprio dell’immobile della discordia.
Quattro anni fa, venne battuto all’asta e finito ad un nuovo acquirente. Adesso, bisognerà capire quale esito avranno le valutazioni che il perito dovrà esporre davanti ai giudici d’appello nisseni.

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