“2,2 miliardi d’investimento, c’è anche l’indotto?”, i confederali contro Eni

 
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Gela. Nessuna divisione, anche nei piani industriali, tra diretto e indotto di raffineria. I segretari confederali provinciali di Cgil, Cisl e Uil, Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Vincenzo Mudaro

prendono posizione davanti alla nuova mobilitazione organizzata dai lavoratori dell’indotto della fabbrica di contrada Piana del Signore.
“L’Eni – scrivono i tre confederali – deve confrontarsi tenendo insieme il destino del diretto con quello dell’indotto. Sia chiaro, gli accordi si siglano con garanzie complessive che riguardano la somma della fabbrica, cioè diretto e indotto”.
Ma senza una ripresa dei lavori di manutenzione tra gli impianti dello stabilimento, le aziende dell’indotto rischiano di dover chiudere i battenti, lasciando senza prospettive i tanti operai alle loro dipendenze.
“L’Eni renda noto il crono-programma degli appalti che hanno già completato l’iter autorizzativo – continuano – solo conoscendo il crono-programma si avrà consapevolezza dei carichi di lavoro. Quanti dei 2,2 miliardi di euro impegnano le maestranze dell’indotto? Al Ministero il 21 ottobre andremo con questo obiettivo”. I numeri economici, insomma, non corrisponderebbero alle effettive intenzioni della multinazionale soprattutto sul fronte indotto. I prossimi giorni, comunque, si prospettano decisamente caldi.

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