Per il Tribunale è invalido e deve avere una pensione, l’Inps ignora la sentenza

 
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Gela. Da nove anni il cinquantasettenne Emanuele Scicolone è un soggetto stomizzato per cause tumorali. Ha un’invalidità civile del 90 per cento eppure l’Inps (Istituto nazionale previdenza sociale) gli ha sospeso l’indennità di pensione.

Sulla vicenda si è pronunciato anche il tribunale che il 28 gennaio scorso ha dato ragione al paziente condannando l’Inps a garantire l’indennità economica che misteriosamente non riceve ormai da 4 anni. L’attesa ha avuto degli effetti devastanti per lo sfortunato paziente oncologico.

“Il mio stato di salute mi obbliga a vivere in un ambiente igienicamente sano – precisa Scicolone – devo andare più volte in bagno e garantire il ricambio della sacca delle feci e una corretta igiene. Ma per la mancanza di soldi mi hanno staccato ogni utenza”.

Sono trascorsi due anni dall’ultima volta che i rubinetti della sua abitazione di via Butera hanno erogato acqua corrente. La società Caltaqua non ha esitato a staccargli la fornitura idrica, nonostante fosse un indigente perché invalido e disoccupato.

L’Enel ha sospeso anche il minimo della distribuzione della corrente elettrica, spegnendo anche l’ultima lampadina mentre la società del gas ha fatto recapitare un sollecito per chiudere ogni rapporto.

Il Comune, che aveva assicurato protezione agli indigenti sulle forniture dei servizi essenziali, non è ancora intervenuto.

“Per il giudice del tribunale l’Inps deve garantirmi la pensione di indennità che invece ha sospeso ormai da quattro anni – accusa Emanuele Scicolone, ex muratore – Mentre l’istituto pubblico nazionale ignora la legge, vengo vessato dalle società che erogano i servizi assistenziali e reclamano giustamente il pagamento delle forniture. Sono stretto in una morsa di menefreghismo che rischia di farmi sprofondare nel baratro più assoluto. Vorrei continuare a vivere nell’abitazione lasciata libera dai miei genitori ormai defunti – prosegue l’invalido civile – con quello che mi spetta, invece a causa dell’abbandono delle istituzioni non posso ne mangiare ne tantomeno garantirmi una condizione igienica accettabile”.

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