Fotovoltaico a Settefarine, Via in Regione e atti al Comune: “Più di 10 mila pannelli”

 
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Gela. Più di diecimila pannelli solari, per un progetto complessivo da 3.841 Kw di picco. Sono stati pubblicati anche nel sito web del Comune gli atti del progetto proposto dalla società “Solaer clean energy Italy”, che prevede la realizzazione di un nuovo impianto per la produzione di energia dal sole, a Settefarine. Le carte erano già state depositate in Regione, per la sottoposizione alla procedura di valutazione di impatto ambientale. Dagli atti presentati, emerge che la società ha sede in provincia di Varese, a Gallarate. Il capitale sociale è di 10 mila euro, mentre l’atto di costituzione risale al maggio di un anno fa. E’ controllata da altre due società, con sede in Spagna. La stessa azienda ha inoltre presentato le richieste per investire su un altro sistema dello stesso tipo, ma in contrada Sant’Oliva. Quello di Settefarine è stato ribattezzato “Impianto Fv-Bartoli” e secondo le schede tecniche sarà “di tipo grid‐connected e la modalità di connessione è in trifase in media tensione”. Non è la prima società che tenta di portare avanti progetti sulle rinnovabili, approfittando soprattutto dell’irraggiamento del territorio. Gli atti sono stati pubblicati all’albo del Comune, mentre la scorsa settimana il sindaco Lucio Greco ha annunciato che sarà il municipio ad acquistare i terreni sui quali sarebbe dovuto sorgere il maxi progetto “Ciliegino” di Agroverde. Sono tanti i gruppi, più o meno noti, che guardano a diverse aree della città, per cercare di investire sulle rinnovabili.

Sui terreni del progetto “Ciliegino” si è scatenata la corsa tra aziende che vorrebbero accaparrarseli, per poi ritentare la carta della produzione energetica. La procedura Via-Vinca in Regione, di recente, è stata attivata da una delle contendenti, la marchigiana “Agroenergie srl”, che punterebbe sul rilancio dell’investimento, quantificato in almeno 50 milioni di euro. A ruota, si sono manifestate le intenzioni di altri gruppi del settore, da “Tep” a “Fortore”. Segno che l’affare delle rinnovabili sui terreni locali tira ancora, nonostante il clamoroso flop della cooperativa “Agroverde” e la necessità di valutare con attenzione l’effettiva consistenza di aziende e progetti.

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