Gela. Ci sarebbero state delle irregolarità, fino ad ipotizzare la frode contrattuale, nella gestione dell’area da adattare a Centro comunale di raccolta, nel cantiere della Tekra. Le indagini sono in corso e toccano nove coinvolti, tra imprenditori dell’azienda campana, tecnici e funzionari del Comune. Già i giudici del tribunale del riesame di Caltanissetta non avevano però accolto la richiesta di sequestro del cantiere. Una decisione confermata dalla Cassazione, che non ha ritenuto sussistere le condizioni, indicate invece dai pm della procura. I magistrati stanno indagando sul servizio rifiuti e su presunte irregolarità nella gestione delle attività. Gli accertamenti si sono concentrati proprio su quanto previsto per adattare il Centro comunale di raccolta. Nel contratto, tra le altre cose, sono indicate somme che il Comune versa semestralmente per questo scopo. I magistrati sono convinti che Tekra non abbia adempiuto e che anzi siano state violate le norme in materia ambientale, per lo stoccaggio dei rifiuti. I funzionari del Comune, invece, non avrebbero effettuato i controlli e il monitoraggio previsti. La Cassazione, nonostante la richiesta della procura generale, non ha individuato i presupposti per far scattare il sequestro dell’area di cantiere. I legali dell’azienda e degli imprenditori campani sono ritornati a chiedere che il ricorso venisse respinto. Allo stato, quindi, non sono state riscontrate le condizioni per far scattare i sigilli.
Secondo gli inquirenti, le violazioni sarebbero iniziate già dal 2014 e proseguite fino ad oggi. La Regione, negli ultimi giorni, ha confermato il finanziamento da oltre un milione di euro per la realizzazione del nuovo Centro comunale di raccolta, che dovrebbe sorgere a Macchitella.