Imprenditori agricoli disperati, il comune chiederà lo stato di calamità naturale

 
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Gela. «Mi auguro di non dover parlare di funerale dell’agricoltura perché so quanta energia hanno le nostre aziende, ma ci sono strutture danneggiate in maniera irreversibile». Piero Lo Nigro, agronomo e consigliere comunale, non nasconde la preoccupazione per i gravissimi danni provocati dal maltempo dell’ultimo fine settimane. Impianti serricoli distrutti, colture andate in fumo, così come mesi e mesi di lavoro.

La situazione è drammatica e ieri mattina una delegazione di imprenditori agricoli ha voluto incontrare il sindaco Angelo Fasulo per chiedergli aiuto. Nonostante non piove più da due giorni continuano le esondazioni, comprese tra le foce di Dirillo e Ficuzza. Un evento atmosferico che si è già verificato nel 1984. «C’è una deformazione della strada provinciale che ha creato un muro per le acque – spiega Lo Nigro – provocando la tracimazione del torrente che ha distrutto le colture». Il livello dell’acqua ha raggiunto 2 metri e 75 centimetri. i sono più punti di rottura a Dirillo che hanno provocato l’esondazione del torrente.

La condizione dei torrenti nelle nostre aree è gravemente a rischio. L’esondazione del torrente Acarte-Dirillo e tracimazione da troppo pieno della diga Ragoleto che sbarra il torrente rende tutto complicato. In alcune zone del territorio al confine tra Gela e la provincia di Ragusa si sono registrate precipitazioni anche superiori ai 120 millimetri di pioggia. Dopo il maltempo dei giorni scorsi ora si fa la conta dei danni. Oggi la giunta potrebbe dichiarazione lo stato di calamità naturale. Giovedì i sindaci di Acate, Vittoria e Gela terranno una riunione operativa per decidere azioni comuni. 

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