Emissioni pericolose dalla raffineria Eni, accuse prescritte: chiuso giudizio per manager

 
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Gela. L’indagine partì anche dopo le segnalazioni giunte dagli imprenditori della società Meic Services, che in più occasioni dovettero fare i conti con le emissioni della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore, tali da arrivare fino al loro impianto sulla statale 115 Gela-Vittoria. I dipendenti furono vittime di malori ripetuti, anche se successivamente gli imprenditori della Meic hanno scelto di rinunciare alla costituzione di parte civile nel dibattimento. Ora, a causa del tempo trascorso, le accuse sono andate incontro alla prescrizione. Il giudice Tiziana Landoni ha disposto il non doversi procedere nei confronti di Bernardo Casa, Alfredo Barbaro e Michele Viglianisi. Sono finiti a processo per rispondere anche di altre vicende, legate sempre alle presunte emissioni pericolose rilasciate dagli impianti dello stabilimento. Le contestazioni mosse dai pm hanno tratto spunto da un lungo monitoraggio ambientale condotto con postazioni mobili. Nel corso dell’istruttoria dibattimentale, uno dei tecnici di Arpa ha ammesso la presenza di percentuali anomale in atmosfera di idrocarburi non metanici, anche se la normativa in materia esclude limiti massimi non superabili.

Gli imputati, tutti manager della multinazionale, per i pm non avrebbero adottato le misure necessarie ad evitare le emissioni, poi trasportate dal vento in diverse direzioni. Il pm Tiziana Di Pietro non ha potuto far altro che chiedere il non doversi procedere proprio per l’intervenuta prescrizione. Nel giudizio, erano parti civili il Comune (con l’avvocato Ornella Crapanzano), Legambiente (con il legale Giovanna Zappulla), Amici della Terra Gela e Aria Nuova (con i legali Joseph Dinegani e Antonino Ficarra), il Ministero dell’ambiente e la Regione (rappresentati dall’avvocato Giuseppe Laspina). I difensori degli imputati, gli avvocati Gualtiero Cataldo, Carlo Autru Ryolo e Alessandra Geraci, nel corso del giudizio hanno messo in discussione le accuse e accertato a loro volta l’avvenuta prescrizione che chiude il giudizio.

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