Al Pronto soccorso 45mila prestazione annue ma l’adeguamento è un tabù

 
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Gela. Il Pronto soccorso ospedaliero conferma le 121 prestazioni giornaliere ma registra un aumento sostanziale dei decessi. Quest’ultimo dato, tra il 2011 e l’anno appena trascorso, è lievitato da 9 a 96.

L’unità operativa di accettazione e urgenza, in attesa degli interventi di riqualificazione annunciati ma mai effettuati, dal manager dell’Asp, Paolo Salvatore Cantaro, accusa un organico carente costretto a sobbarcarsi quasi 45 mila prestazioni annue.

Con esattezza nel 2012 sono state 44352, in calo di appena 193 referti. Sono 35402 i pazienti dimessi, mentre diminuiscono quelli che hanno rifiutato il ricovero, passati da 1039 a 963.

Da sottolineare il particolare aumento delle persone che hanno abbandonato l’ospedale dopo avere fatto ricorso alle cure mediche del pronto soccorso.

Ben 1660 utenti hanno preferito voltare le spalle al reparto, allontanandosi ancora prima che il medico ne ordinasse le dimissioni. Il dato è ancora più importante se aggiunto alle 963 persone che hanno rifiutato il ricovero nel corso del 2012.

Ancora pochi i trasferimenti ordinati dall’unità di Medicina e chirurgia di accettazione e di urgenza, coordinata dal dirigente Gaetano Orlando, 44 contro i 48 del 2011. Sono dimezzati i casi delle persone giunte cadavere in ospedale, passando da 24 a 11.

Il bilancio conferma la maggiore attività del Pronto soccorso di via Palazzi rispetto a ogni altro presidio ospedaliero dell’Asp nissena, doppiando quasi lo stesso ospedale “Sant’Elia” di Caltanissetta che nonostante le “appena” 25 mila prestazioni annue sembra non essere stato interessato dai tagli alla sanità.

Lo conferma il recente intervento di ammodernamento, la presenza di 34 infermieri, 13 medici e un servizio dedicato di osservazione breve dove operano un medico, 2 infermieri, 2 operatori Osa e un portantino.

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