“Arrestavo gli Alferi, non li ho mai aiutati”: il maresciallo Primo si difende davanti al gup

 
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Gela. “Non ho mai avuto rapporti con il clan Alferi. Io li arrestavo e facevo solo il mio dovere di carabiniere”. Ad accusarlo è l’ex fedelissimo di Alferi. L’ex comandante del reparto radiomobile della caserma di via Venezia Giovanni Primo ha scelto di parlare davanti al giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Caltanissetta Marcello Testaquadra. Ha reso dichiarazioni spontanee per controbattere alle accuse mosse dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia nissena che gli contestano l’associazione mafiosa proprio per i presunti rapporti intessuti con Peppe Alferi e i suoi ragazzi. Nelle scorse settimane, il pubblico ministero Onelio Dodero aveva chiesto il rinvio a giudizio per dodici indagati, finiti al centro dell’indagine condotta dai magistrati della Dda ed eseguita proprio dai militari dell’arma. “Emanuele Cascino mente quando mi accusa – ha continuato Primo – non ho mai aiutato il clan Alferi”. Intanto, hanno optato per il rito abbreviato sia un altro dei carabinieri finiti al centro dell’inchiesta sia la moglie dell’ex comandante della radiomobile.

Due ministeri parti civili. Patteggerà, invece, Franca Carrera. Parti civili si sono costituiti i legali del Ministero dell’interno e di quello della difesa oltre allo stesso Emanuele Cascino, ex fedelissimo di Peppe Alferi e oggi collaboratore di giustizia, e alla dipendente di uno degli imprenditori finiti davanti al gup. Tra i legali di parte civile, ci sono gli avvocati Giusy Ialazzo e Vania Giamporcaro. Intanto, i difensori degli imputati inzieranno a esporre le ragioni dei loro assistiti nel corso delle prossime udienza fissate per il 15 e il 25 giugno. Nel pool difensivo, ci sono i legali Antonio Gagliano, Davide Limoncello, Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Angelo Licata, Nicoletta Cauchi e Maurizio Cannizzo. 

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