“Boomerang”, discussa ricusazione giudici di appello: procedimento slitta in attesa decisione

 
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Gela. Ieri, i giudici si sono riservati e decideranno sulla ricusazione avanzata dalla difesa di Salvatore Graziano Biundo, tra gli imputati nel procedimento scaturito dal blitz antidroga “Boomerang”. Proprio la difesa, sostenuta dall’avvocato Salvo Macrì, ha sottolineato che la corte di secondo grado si era già espressa sulla posizione di Biundo nell’ambito di un incidente di esecuzione. Avrebbe di fatto definito una valutazione rispetto alla continuazione con precedenti condanne. C’era stata inizialmente una richiesta di astensione che il collegio nisseno non ha accolto. Tutti gli altri legali si erano associati, ritenendo mancanti i presupposti affinché la corte possa pronunciarsi in appello. Oggi, l’udienza fissata a seguito dei ricorsi difensivi è stata rinviata. Prima di tutto si dovrà decidere il punto della ricusazione. In questo filone processuale, sono imputati i coinvolti che non optarono per riti alternativi. In aula, in attesa della decisione sulla ricusazione, si tornerà a fine mese.

Il collegio penale del tribunale di Gela, in primo grado, dispose quattordici anni di reclusione per almeno sei capi di imputazione nei confronti di Salvatore Gambino, considerato tra i principali riferimenti del traffico di sostanze stupefacenti (è difeso dai legali Filippo Spina e Giovanni Lomonaco); tredici anni e quattro mesi di reclusione invece sono stati imposti proprio a Biundo; otto anni e sei mesi di detenzione per Rocco Carfì (rappresentato dal legale Flavio Sinatra); otto anni a Giuseppe Celona; quattro anni di reclusione per Salvatore Piva; tre anni ad Emanuele Iapichello. Tutte le decisioni sono state impugnate. La Corte d’appello aveva invece definito il concordato per la posizione di Gianfranco Vasile, per lui sei anni e undici mesi di detenzione a fronte degli otto anni e tre mesi del giudizio di primo grado. La corte sta affrontando un ulteriore filone scaturito dalla stessa indagine condotta dai carabinieri. Nel giudizio di appello bis, dopo il no ai concordati, dalle difese sono state avanzate più richieste di astensione e anche di ricusazione. In quest’ultimo caso, tutti gli imputati avevano optato per il giudizio abbreviato e la Corte di Cassazione dispose l’annullamento con rinvio alla Corte nissena. Furono imposti sedici anni e quattro mesi per Giacomo Gerbino, ritenuto l’organizzatore del traffico di droga; quattordici anni e otto mesi per Virgilio Terranova e Salvatore Valenti, indicati come canali catanesi della droga; dieci anni e otto mesi per il vittoriese Fortunato Vella che avrebbe assicurato l’appoggio nella zona del ragusano; dieci anni a Gaetano Renna e Bartolomeo Palmieri (in continuazione con una precedente sentenza); nove anni a Giovanni Tumino; otto anni e otto mesi a Salvatore Raniolo; tre anni e quattro mesi per Giuseppe Iapichello. L’unico al quale non veniva contestata l’ipotesi più grave dell’associazione è Carmelo Pellegra (in appello due anni e otto mesi). Tra i difensori, ci sono inoltre gli avvocati Cristina Alfieri, Carmelo Tuccio, Giacomo Ventura, Raffaela Nastasi, Vittorio Giardino, Paola Carfì, Giuliano Dominici, Davide Limoncello, Angelo Cassone, Saverio La Grua, Matteo Anzalone, Calogero Vinci, Filippo Pino e Dario Polizza Favarolo.

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