Brogli dietro all’elezione dell’ex consigliere comunale Paolo Muncivì? C’è la prescrizione per tutti gli imputati

 
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Gela. Presunti brogli elettorali che avrebbero favorito l’elezione in consiglio comunale, nel 2007, di Paolo Muncivì. Le presunte irregolarità nella fase di spoglio. Adesso, però, è arrivata la prescrizione. Il giudice Lirio Conti ha pronunciato un dispositivo di non doversi procedere. Così, si chiude il processo nei confronti dello stesso Paolo Muncivì, del padre Francesco Muncivì e di Giuseppe Tallarita, componente del seggio elettorale finito al centro del caso. In base alle accuse, a Paolo Muncivì sarebbero stati assegnati voti in più rispetto a quelli effettivi nella sezione 71, finita sotto osservazione. Il caso emerse dopo il ricorso presentato da Maria Pingo, attuale vice presidente del consiglio comunale, e all’epoca in lista per le amministrative. Nel procedimento penale, si è costituita parte civile con l’avvocato Giovanna Cassarà. Secondo i magistrati della procura, ci sarebbero stati stretti collegamenti tra i due Muncivì e Giuseppe Tallarita che, a sua volta, avrebbe fatto parte della cooperativa Città Futura, controllata dall’imprenditore Francesco Mucivì, già consigliere comunale di Forza Italia. Il tempo trascorso, però, ha inciso sulla prescrizione. E’ stata il pm Pamela Cellura a chiedere in aula una pronuncia di non doversi procedere. I difensori dei tre imputati, gli avvocati Antonio Gagliano, Flavio Sinatra e Raffaella Nastasi, comunque, hanno sempre escluso qualsiasi anomalie nelle fasi dello spoglio elettorale.  

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