Bufera sui rifiuti, la Tekra dice basta ma “l’amministrazione accusa il consiglio”

 
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Gela. Il Comune deve pagare alla Tekra 3 dei 10 milioni di euro di debiti accumulati dal 2015 per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. La società campana, che minaccia di licenziare i 130 operatori ecologici e sospendere il servizio per tutelarsi dall’incubo del fallimento, ha chiesto l’intervento urgente del prefetto di Caltanissetta, Maria Concetta Cucinotta. “In mancanza di una liquidazione di almeno il 30 percento dei 9 milioni e 750 mila euro dovuti, al netto degli interessi e dell’iva – scrive Alessio Balestrieri, amministratore della Tekra – non saremo più in grado di sostenere la prosecuzione dell’appalto”.

Il sindaco Messinese, convocato la settimana scorsa dalla Tekra, non avrebbe esitato a colpevolizzare lo stesso consiglio comunale che per ben due volte lo ha esonerato dopo avere parlato di sfiducia. “Il rappresentante dell’amministrazione comunale – spiega la Tekra – pur non contestando la legittimità delle somme reclamate, ha addotto, quale unica ragione determinante la mancata liquidazione di quanto dovuto, alla mancata approvazione da parte del consiglio comunale dell’adeguamento delle tariffe Tari con conseguente incapienza dei relativi capitoli di bilancio”.
Il rimbalzo di competenze, a distanza di tre anni, sembra essere giunto ad un bivio dove per uscirne diventa necessaria la capacità economica ancora prima della chiarezza sull’incomprensibile gestione dei rifiuti.
Una vera e propria tegola sul servizio di raccolta dei rifiuti che rischia di colpire l’assessore all’Igiene e vice sindaco, Simone Siciliano, e il primo cittadino Domenico Messinese, capo “dell’amministrazione appaltante che non procede nemmeno a certificare i crediti sulla piattaforma del Mef, per favorirne lo smobilizzo, aggiungendo al danno la beffa”.
Cosi la Tekra, in mancanza della liquidazione debitoria, minaccia di sospendere il servizio proprio “a causa della colpevole inerzia del Comune” e fare piombare la città in una nuova emergenza igienico-sanitaria. L’importo dovuto, oltre 10 milioni di euro, è costituito per lo più dai servizi aggiuntivi che proprio la prima giunta Messinese contestava prima di un repentino cambio di strategia costato il siluramento dal M5s del primo cittadino grillino.

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