“C’è una bomba in ospedale”, assistente sociale denunciata per procurato allarme

 
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Gela. “Evacuate l’ospedale c’è una bomba. Esploderà alle 18,30”. Con queste parole una donna si è rivolta al centralino del presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele”, creando situazioni di panico tra i dipendenti.

La stessa avrebbe effettuato due diverse brevi comunicazioni prima di essere rintracciata e segnalata all’autorità giudiziaria competente.

A smascherarla sono stati gli agenti del locale commissariato di polizia. Una ingenuità ha permesso di incastrarla tempestivamente. Nel comporre il numero del centralino, la donna, avrebbe dimenticato di inserire il codice che garantisce l’anonimato. Quando dal monitor del telefono dell’ospedale è apparso il numero utilizzato dalla mitomane, gli inquirenti non hanno creduto ai loro occhi. Immediatamente è scattata la procedura di emergenza.

Dalla centrale operativa del commissariato di polizia non è stato difficile risalire all’intestatario del numero di telefono. Una pantera della polizia, pochi minuti più tardi, si è recata nell’abitazione della donna. E’ bastata una breve conversazione a fare chiarezza.

Tradotta presso il locale commissariato di polizia di via Calogero Zucchetto è scattata per lei una denuncia. Dovrà rispondere di procurato allarme. La stessa è stata immediatamente rilasciata ma l’episodio avrà sicuramente strascichi giudiziari.

Sulla vicenda gli inquirenti hanno mantenuto il più stretto riserbo. Non è stata resa nota nemmeno la telefonata anonima che in pochi attimi ha messo in subbuglio l’ospedale. Secondo alcune indiscrezioni di corsia, la mitomane sarebbe una cinquantenne.

Pare che abbia lavorato tra le corsie ospedaliere in qualità di assistente sociale, quindi conosciuta negli ambienti della sanità locale. Indiscrezioni, queste, non ancora confermate dagli inquirenti che hanno avviato una indagine. Non è ancora stata stabilita la motivazione che ha spinto la donna a creare situazioni di panico in ospedale.

Sulla vicenda è stato informato il management dell’Azienda sanitaria provinciale. Lo stesso contenuto della telefonata è stato immediatamente riferito al direttore del della struttura sanitaria di via Palazzi, Luciano Fiorella, e denunciato alle forze dell’ordine che immediatamente sono riuscite a smascherare la mitomane.

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