Cantieri a Borgo Pignatelli, giusta la revoca: “Rapporti sospetti nell’azienda”

 
0

Gela. La revoca del contratto decisa nel gennaio di tre anni fa fu corretta, giustificata da un’informativa antimafia atipica che sollevava forti dubbi sull’organigramma societario della messinese Gramey srl.

L’informativa antimafia atipica. Per questo motivo, i giudici del tribunale amministrativo di Palermo hanno rigettato il ricorso presentato dai titolari dell’azienda edile esclusa dai lavori per il rifacimento dell’area di Borgo Pignatelli. Gli imprenditori chiedevano anche un risarcimento dei danni dopo l’uscita anticipata dal contratto stipulato con i tecnici di Palazzo di Città.

Fu un’informativa atipica emessa dalla prefettura di Caltanissetta a sollevare il caso. Nel provvedimento, si faceva richiamo a “tentativi d’infiltrazione mafiosa tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi della sopraccitata società”. I titolari dell’azienda, davanti al tribunale amministrativo, contestavano non solo il contenuto della stessa informativa ma anche la legittimità della revoca contrattuale. 

I rapporti “sospetti”. Dall’esame dell’informativa, i giudici amministrativi palermitani sottolineano come “il legale rappresentante e presidente del cda della Gramey, anche socia di maggioranza della stessa società ricorrente, è coniugata con un soggetto il quale risulta dall’anagrafe tributaria percepire compensi per lavoro dipendente dalla Gramey stessa; rispetto a tali coniugi, è stato riferito dalle forze dell’ordine che alle nozze dei predetti fosse presente un noto boss mafioso”.

Aggiungono i giudici che “il predetto legale rappresentante della Gramey è figlia di soggetto avente precedenti per associazione mafiosa e già destinatario di misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno presso il comune di Barcellona Pozzo di Gotto, per reati inerenti l’associazione per delinquere di tipo mafioso; inoltre, il padre della stessa è stato visto in compagnia del citato boss mafioso, già presente alle nozze della figlia”.

Nella sentenza, infatti, si legge che “dall’esame della documentazione depositata dalla Prefettura emergono, in sintesi, significativi intrecci parentali ed economici, rispetto ai quali il complessivo gravame tenta, senza successo, di atomizzare tutti i dati, i quali, invece, devono essere necessariamente letti in un’ottica complessivamente unitaria”. I magistrati, così, hanno respinto la richiesta di risarcimento danni, dando ragione non solo ai funzionari di Palazzo di Città ma anche a quelli della prefettura di Caltanissetta. I lavori a Borgo Pignatelli, dopo il blocco forzato a causa della rescissione del contratto, sono stati conclusi negli scorsi mesi.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here