Chat e messaggi nel telefono di Adesini: due pc “regalati” ai tecnici del Genio Civile

 
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Catania. Il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Catania, che ha autorizzato i provvedimenti di custodia cautelare, emessi nell’inchiesta “Genius”, nell’ordinanza scrive di “modalità deviata con la quale viene gestita la pubblica amministrazione”. Le misure, con la detenzione in carcere, hanno toccato i vertici del Genio Civile di Catania, ma anche gli imprenditori gelesi della società “Nurovi srl”, Nunzio Adesini e Rocco Mondello. In totale, sono sette gli indagati. Per ricostruire i rapporti tra i funzionari pubblici e gli imprenditori gelesi, che avrebbero oliato la macchina burocratica del Genio Civile etneo con la presunta dazione di somme di denaro, i finanzieri, tra le altre attività, hanno sequestrato lo smartphone, usato da Adesini. Tra chat e messaggi, sarebbero emersi gli stretti rapporti con Natale Zuccarello, dirigente del Genio Civile, che materialmente, insieme a Saverio Verde, avrebbe assicurato lavori alla Nurovi, attraverso somme urgenze, per gli interventi di consolidamento di Collina Vampolieri, ad Aci Catena, e per l’ammodernamento della Sp123-primo stralcio funzionale dalla ss192 al Villagio Rurale Libertinia, a Ramacca. Per i pm catanesi, Adesini avrebbe avuto la porte aperte al Genio Civile di Catania, proprio sfruttando i rapporti con Zuccarello, al quale avrebbe messo a disposizione una prima tranche di 5 mila euro e la promessa di successivi 25 mila euro, oltre a quella di 2.500 euro per Verde. I rapporti consolidati negli uffici di Catania, secondo gli investigatori, sarebbero dimostrati anche dal fatto che fu Adesini, arrivato alla guida della sua Range Rover, a consegnare due computer e altrettante stampanti ad Ignazio Carbonaro e Luigi Messina, a loro volta indagati, che si erano interessati per il rilascio del pagamento del primo Sal per i lavori in territorio di Ramacca. Secondo gli investigatori, la presunta intesa tra Adesini, in rappresentanza di Nurovi, che di fatto sarebbe stata gestita da Rocco Mondello (figlio dell’imprenditore Emanuele Mondello non coinvolto nell’inchiesta), e Zuccarello, sarebbe risalita già all’affidamento dei lavori di recupero del sedime portuale, sempre a Catania. Un appalto da oltre tre milioni di euro e in quell’occasione Zuccarello era presidente della commissione che valutò le offerte. I due, anche nel periodo degli affidamenti finiti all’attenzione degli inquirenti etnei, avrebbero parlato anche di quei lavori. In un’intercettazione, Adesini chiede a Zuccarello “per quanto riguarda il porto dico…hai ricevuto quello che ti toccava giusto?”. Il dirigente del Genio Civile, in realtà, fa capire di non aver avuto quello che sarebbe stato pattuito, rispondendo con un secco “no”. L’appalto per i lavori al porto di Catania fu affidato nel 2018. Gli inquirenti, nel corso dell’inchiesta “Genius”, hanno scandagliato i conti delle società degli imprenditori gelesi, ricostruendo anche un’operazione, da circa 63 mila euro, transitati nei conti di Adesini e che secondo gli inquirenti sarebbero dovuti servire a pagare le presunte tangenti ai responsabili del Genio Civile, che non solo si sarebbero adoperati per l’affidamento dei lavori di consolidamento ad Aci Catena, ma anche per assegnare quelli di Ramacca al consorzio comisano Caec, al quale solo poco tempo prima si era associata anche la Nurovi. Per gli inquirenti, l’adesione al consorzio sarebbe servita ad aggirare il vincolo della rotazione tra aziende, negli affidamenti del Genio Civile. Un bigliettino, sequestrato durante l’inchiesta, metterebbe in chiaro le somme che gli imprenditori avrebbero avuto in programma di pagare. In una delle intercettazioni, sempre tra Adesini e Zuccarello, il dirigente spiega, tra le altre cose, che gli affidamenti alla Nurovi si dovrebbero anche ad un presunto interessamento di Pino Li Volti, indicato come “coordinatore della segreteria particolare dell’assessore regionale Marco Falcone”.

L’assessore ha escluso qualsiasi coinvolgimento, spiegando che “sono dispiaciuto per essere tirato in ballo in una vicenda che mi vede completamente estraneo, se non per aver compiuto la consueta attività di stimolo e vigilanza che interessa i lavori pubblici di tutta la Sicilia. Come già ribadito in passato – aggiunge l’assessore – confermiamo la fiducia nella magistratura, impegnata a vigilare sull’attività della pubblica amministrazione nell’interesse di tutti. È giusto e naturale che le eventuali condotte illecite vadano perseguite, senza che ciò getti un’ombra sull’intera e importante mole di lavoro e sull’impegno del Genio civile di Catania in questi anni. Posso dare conferma della circostanza in cui, durante un sopralluogo ad Aci Catena, alla presenza dell’amministrazione comunale e di altri parlamentari regionali, chiesi che venisse completato il lavoro di risanamento del dissesto idrogeologico di via dei Ciclopi mediante la pavimentazione e la riqualificazione dell’intera strada. Questo con l’obiettivo di dare decoro e dignità alla zona di Vampolieri, da tempo alle prese con forti disagi. Confidiamo che tutte le persone coinvolte nell’indagine possano fare chiarezza sulle loro posizioni”. Nell’ordinanza, le ipotesi di illecito vengono contestate anche alla stessa Nurovi, con il gip che ha disposto “il divieto di contrarre con la pubblica amministrazione”. La società gelese, nel tempo, ha lavorato in importanti appalti, compresi quelli per le opere civili, strutturali e impiantistiche necessari per la realizzazione dell’impianto di trattamento meccanico biologico, a Timpazzo, attraverso la “Presidenza del Consiglio dei Ministri-Assessorato Regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità”. All’azienda sono stati affidati anche i lavori per il raddoppio della linea di trattamento biologico dell’impianto di depurazione all’interno della Raffineria Eni, di contrada Piana del Signore. Nei prossimi giorni, gli indagati si presenteranno davanti al gip, per gli interrogatori di garanzia.

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