Commissioni speciali, si rischiano troppi rimborsi? l’atto viene sospeso

 
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Gela. Il caso delle commissioni speciali continua a tenere banco tra le stanze di Palazzo di Città. In ballo, infatti, ci sono i potenziali doppi rimborsi in favore delle aziende per le quali prestano servizio diversi consiglieri comunali, già impegnati nelle commissioni ordinarie previste dallo statuto comunale.

Dopo il dietrofront sul provvedimento andato in scena, nelle scorse settimane, tra i banchi del consiglio comunale: l’istituzione delle quattro commissioni speciali non appare così certa.
Proprio negli ultimi giorni, l’argomento è passato al vaglio della commissione bilancio presieduta dal democratico Nuccio Cafà.
Il nodo del contendere è più che evidente: alle aziende per le quali lavorano i consiglieri spetterebbero rimborsi sia per le assenze dei loro dipendenti impegnati nelle commissioni ordinarie che per quelle prodotte dalle riunioni delle nuove commissioni speciali.
Un aumento di spesa che non piace a molti. Adesso, inoltre, viene tirato in ballo il caso dei permessi destinati ai consiglieri che siano anche capogruppo: destinatari, stando alla normativa in materia, di trentasei ore al mese di licenze legate alla loro attività istituzionale. Se a queste dovessero aggiungersi quelle per le commissioni speciali, allora il monte dei rimborsi potrebbe aumentare ulteriormente.
“Abbiamo deciso – spiega proprio il presidente della commissione bilancio Nuccio Cafà – di avviare una discussione sul tema. Siamo ancora alla fase preliminare e aspettiamo lumi dal segretario generale. La normativa in materia è decisamente vasta e dopo le polemiche in consiglio comunale, vogliamo vederci chiaro anche rispetto al tema dei rimborsi per le assenze dei capigruppo”. Almeno in base alle intenzioni già ribadite in aula consiliare dagli esponenti di maggioranza, dovrebbero essere quattro le commissioni speciali da formare.
Il problema, però, è quello dei rimborsi e, sicuramente, non mancheranno nuovi accesi confronti: diversi esponenti d’opposizione, infatti, non hanno gradito la rapidità dimostrata dall’altro schieramento nella definizione di questa materia.

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