“Controllava l’ex moglie e i suoi conoscenti”, accuse ad un carabiniere: “Dati acquisiti dallo Sdi”

 
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Gela. Secondo i pm della procura, sfruttando presunti accessi abusivi al sistema informatico in dotazione alle forze dell’ordine, avrebbe controllato aspetti della vita dell’ex moglie, di suoi familiari e di amici. Le contestazioni hanno portato a processo un carabiniere, già sottoposto ad altri procedimenti sulla base di indagini partite dopo le denunce dell’ex. La donna è stata sentita questa mattina, davanti al giudice Miriam D’Amore. Ha parlato di “un inferno” descrivendo il rapporto matrimoniale con l’uomo, dal quale nacque un figlio. Proprio il bambino permise di mantenere contatti solo meramente formali tra i due. “Decisi di troncare ogni rapporto – ha spiegato in aula l’ex consorte – dopo che presentai denuncia per abusi sessuali su mio figlio”. Il militare dell’arma, difeso dai legali Salvo Macrì e Luigi Cinquerrui, avrebbe cercato di controllare l’ex, anche sfruttando dati e informazioni acquisite abusivamente attraverso il sistema Sdi. Nel periodo finito al centro degli approfondimenti, secondo la procura ci sarebbero stati controlli e interventi proprio dei carabinieri nei confronti di familiari e conoscenti dell’ex moglie. L’ipotesi è che sia stato l’imputato a carpire dati e a chiedere verifiche attraverso alcuni colleghi. Un’amica dell’ex moglie, sentita in aula, ha spiegato di aver ricevuto un controllo dei carabinieri che ritenne anomalo. “Vennero per un controllo nella mia attività commerciale – ha spiegato – ritenevano potesse esserci un laboratorio di pasticceria abusivo. Spiegai subito che tutta la mia attività era in regola. Mostrai i documenti. Si presentarono solo con i nomi di battesimo e non mi rilasciarono nessun verbale. Informai la mia amica, attraverso alcuni messaggi in chat”.

Nel corso dell’udienza non sono mancati momenti di tensione tra le parti. L’ex consorte e alcuni familiari sono parti civili, con i legali Eleanna Parasiliti Molica e Giuseppe Messina. E’ stata prodotta documentazione. Le difese hanno più volte controbattuto sul richiamo a vicende non ricomprese nel capo di imputazione. I testimoni sentiti oggi hanno anche raccontato quanto accaduto lo scorso anno. Di rientro da una giornata di vacanza a Roma, vennero a sapere di una “storia” pubblicata dal carabiniere sul proprio profilo Instagram, nella quale si faceva riferimento proprio al viaggio.

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