D’Arma assunto da Edilponti: “Non possono pesare sue parentele”

 
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Gela. Dopo la plateale protesta, un provvedimento del tribunale riaccende la possibilità di fargli varcare i cancelli della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore.

Sarà l’Edilponti di Giovanni Salsetta, infatti, ad assorbire il trentenne Giuseppe D’Arma. L’ex dipendente dell’azienda edile Corima, posta di recente in liquidazione, era rimasto fuori dallo stabilimento nonostante buona parte dei suoi colleghi avesse subito trovato una ricollocazione.
“Non posso lavorare – si chiese dopo la sua esclusione – perché pesa il nome di mio padre? Me lo dicano chiaramente!”. Il giovane ragioniere è figlio di Armando D’Arma, ritenuto dagli investigatori uno dei principali vertici del gruppo della stidda locale.
L’ex dipendente della Corima, quindi, si sentiva discriminato proprio dal fatto di essere l’unico fuoriuscito dal gruppo edile messo in liquidazione a non aver ottenuto il riassorbimento. Davanti al giudice Alessandro Laurino, invece, l’avvocato Giacomo Ventura che ha rappresentato i dirigenti della società Turco costruzioni è riuscito ad escludere l’esistenza di qualsiasi forma di discriminazione nei confronti di D’Arma.
Stando al legale, infatti, la sua assunzione sarebbe spettata proprio al gruppo che fa capo all’imprenditore Giovanni Salsetta. I dirigenti della Turco si sono già fatti carico di assumere tre impiegati dell’ex Corima.
D’Arma, senza risposte, iniziò una sua personale protesta davanti ai cancelli della fabbrica Eni e, successivamente, decise di rivolgersi ai magistrati attraverso il suo legale Enrico Aliotta.
La transazione conclusa ieri mattina davanti al giudice Alessandro Laurino dovrebbe mettere fine alla vertenza: il ragioniere ha deciso di rinunciare alla richieste inoltrate nei confronti dei dirigenti della Turco costruzioni.
Il provvedimento ha efficacia immediata, ratificato dallo stesso responsabile di Edilponti Giovanni Salsetta. Così, Giuseppe D’Arma, stando ai provvedimenti emessi dal giudice Laurino, potrebbe rientrare, a stretto giro, tra gli impianti della fabbrica di contrada Piana del Signore.
Una richiesta che proprio il giovane ex dipendente della Corima aveva inoltrato subito dopo aver appreso dell’assunzione di tutti i suoi colleghi, rientrati negli organigrammi di Turco costruzioni e Edilponti.

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