Data storica: Gela lascia Caltanissetta per trasferirsi a Catania: ora il referendum

 
0

Gela. Gela si trasferisce, armi e bagagli, nel libero consorzio di Catania. Un passaggio deliberato dal consiglio comunale riunitosi in seduta straordinaria alla presenza di decine di spettatori, giunti per capire quali decisioni sarebbero emerse in aula.

Dopo il sì, però, sarà necessario organizzare, entro luglio, un referendum confermativo. “E’ una decisione storica”, così ha esordito il presidente del consiglio Giuseppe Fava. “Sembra quasi – ha spiegato il sindaco Angelo Fasulo – che la nuova normativa regionale in materia sia stata congegnata per non consentire alla nostra città di essere capofila di un qualsiasi consorzio. Adesso, abbandonando Caltanissetta, potremmo aspirare ad un ruolo centrale in quello etneo”.
I consiglieri Salvatore Cauchi e Gaetano Trainito non hanno nascosto i possibili vantaggi della scelta etnea. “Non dimentichiamo – hanno precisato – i nostri legami, anche di formazione universitaria, con Catania. La zona del sud est sarà in grado di attirare una grossa percentuale di fondi europei”.
Al centro di tutti gli interventi, l’evidente contrarietà verso il ruolo assunto da Caltanissetta negli anni. “Abbiamo perso decine di posti di lavoro, passati tutti a Caltanissetta insieme agli enti più importanti – ha ammesso Salvatore Gallo di Scelta Civica – la responsabilità, però, è anche di chi ci ha rappresentati in questi anni soprattutto all’assemblea regionale”.
Il consigliere autonomista Giuseppe Collura non ha mancato di criticare lo stesso leader nisseno del Movimento cinque Stelle Giancarlo Cancelleri. “Semplice parlare di autodeterminazione dei singoli comuni – ha attaccato – quando, comunque, si spinge sempre per la centralità di Caltanissetta”.
Luigi Farruggia del Nuovo Centro Destra ha richiamato il ruolo assunto dal comitato per lo sviluppo dell’area gelese. “Merito – è intervenuto – deve essere attribuito al gruppo che si è stretto intorno a Filippo Franzone ma non dimentichiamo le decisioni assunte da questo consiglio”.
Ancora più chiaro l’esponente di Articolo 4 Giuseppe Di Dio. “I nisseni – ha detto – si sono sempre ritenuti titolari di una sorta di aureola di superiorità. E’ stato eretto un muro invalicabile rispetto a Gela e ai suoi cittadini. Il passaggio nell’area catanese, sicuramente, non bloccherà il nostro sviluppo”.
Il consigliere democratico Giacomo Gulizzi e quello centrista Giuseppe Morselli, però, non hanno sottovalutato le incognite nascoste dietro al trasferimento nel libero consorzio di Catania. “La legge non è per nulla chiara – hanno ammonito – non sappiamo ancora quale sarà l’organizzazione sul piano dei servizi e dei ruoli da assegnare ai comuni che faranno parte del consorzio. E’, comunque, un salto nel buio”.
Enrico Vella del Pd e il socialista Piero Lo Nigro sono stati molto duri rispetto agli attacchi giunti da forze politiche non rappresentante all’interno del civico consesso, il riferimento al Movimento cinque Stelle non appare così peregrino. “Quì – hanno replicato – non si accettano lezioni da nessuno. Si è parlato di nomi da annotare per capire quali consiglieri fossero presenti in aula e quali, invece, no. Siamo quì a fare il nostro dovere”.
Contrario al trasloco si è detto il consigliere Gioacchino Pellitteri che, in ogni caso, ha scelto di votare favorevolmente per andare incontro alla volontà popolare. Quindi, i ventisei consiglieri presenti in aula hanno ratificato la proposta e detto sì al consorzio etneo. Fragoroso l’applauso arrivato dai presenti. Addio Caltanissetta e avanti Catania? L’esponente del Comitato per lo sviluppo dell’area gelese Filippo Franzone ha salutato, in lacrime, il voto finale. Populismo o concreta possibilità di sviluppo? Adesso, comunque, lo spettro dei “cattivi orchi” nisseni viene sconfitto. Se ne incontreranno di nuovi anche nel libero consorzio?

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here