DiventeràBellissima e FI hanno perso la “guerra”, gli scontri interni al centrodestra

 
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Maurizio Scicolone, Pino Federico, Vincenzo Cascino e Raffaele Carfì

Gela. Hanno avuto la carta in mano per chiudere la partita e presentarsi di nuovo alle urne, questa volta però con la seria possibilità di prendersi il municipio. La “corazzata” di centrodestra, però, è caduta sul più bello, non è riuscita, da sola, a buttare giù la giunta ter del sindaco Domenico Messinese e, adesso, deve fare i conti con una potenziale guerriglia politica interna. La sfiducia fallita ha scoperchiato il vaso soprattutto tra le fila dei gruppi di riferimento, quello di Musumeci e quello dei forzisti. Sul tavolo di DiventeràBellissima c’è la “grana” del ritiro della firma di Giovanni Panebianco, che sembra aver violato la direttiva arrivata da Palermo, visto che gli uomini di Musumeci, almeno sulla carta, avrebbero dovuto dire sì alla mozione di sfiducia. Nei prossimi giorni, lo stesso Panebianco e gli altri due consiglieri comunali Vincenzo Cascino e Anna Comandatore, incontreranno proprio il neo presidente della Regione, dopo aver avuto una prima interlocuzione con il coordinatore regionale Raffaele Stancanelli. Dovrà arrivare un necessario chiarimento politico, anche per evitare di prestare il fianco agli avversari d’area.

Le due anime di Forza Italia. Pure tra i forzisti, però, non sembra esserci un’intesa perfetta. Il capogruppo all’assise civica Salvatore Scerra è tra le menti che ha cercato di fare il blitz, con la mozione targata centrodestra, coinvolgendo gli altri due compagni di partito, Crocifisso Napolitano e Sara Cavallo. Il “colpo”, però, non è riuscito. Le firme ritirate in aula consiliare da Giovanni Panebianco e Angela Di Modica hanno fatto crollare il castello. I consiglieri erano da poco usciti da Palazzo di Città, dopo lo sciogliete le righe del presidente Alessandra Ascia, e il deputato regionale del partito Michele Mancuso si è affrettato a dire che bisogna mettere da parte “gli avventurieri”, dando spazio alla politica. Probabilmente, un messaggio rivolto ai fedelissimi di Pino Federico che, invece, hanno appoggiato la mozione di sfiducia. Mancuso ha confermato che per lui, in questa fase, la soluzione migliore sarebbe stata quella di chiudere per un governo di salute pubblica e, dopo le feste, cercherà di incontrare il sindaco Domenico Messinese, lo stesso sindaco che i suoi volevano però sfiduciare. Insomma, dopo quanto accaduto nella lotta all’ultimo voto alle regionali, tra i forzisti sembra aperta l’asta per prendersi le azioni di maggioranza del gruppo azzurro. Federico e Scerra stavano per fare il colpaccio, mandando a casa il sindaco Domenico Messinese, nel tentativo di rifarsi da una sconfitta elettorale che ha lasciato il segno, soprattutto perché arrivata nonostante la caterva di voti finiti nella collezione dell’ormai ex deputato regionale, costretto a cedere il passo a Mancuso e ai suoi referenti cittadini, invece aperti ad un nuovo dialogo con il sindaco. Alle tribolazioni interne del centrodestra, si aggiunge lo scetticismo dei salviniani che per bocca del coordinatore provinciale Arialdo Giammusso, dopo il fallimento della mozione di sfiducia, l’hanno bollata come una “folle corsa”.

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