Meccaniche celesti e gravità permanente, Crocetta pensa a Presti e Sgarlata

 
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Palermo. Finisce con un tratto di penna su carta protocollata la carriera degli assessori «fantastici» Franco Battiato e Antonio Zichichi. Rosario Crocetta ha dato il benservito ai due dopo soli quattro mesi di permanenza nella sua giunta «rivoluzionaria».

Un tempo breve, ma pieno di polemiche e gaffe per Battiato (l’esordio senza cravatta all’Assemblea con rimprovero, fu solo l’inizio), che alla delega al Turismo preferiva quella alle ‘meccaniche celesti, e per il professore Zichichi, mal sopportato negli ultimi tempi da Crocetta per la sua insistenza a parlare di raggi cosmici, super mondo, energia nucleare, progetti sulle nuvole e poco di Beni culturali. Due licenziamenti, con due storie però diverse. L’idillio col maestro delle melodie orientali è stato spazzato via dalla bufera scaturita per la frase sulle «troie in Parlamento» pronunciata da Battiato in un convegno a Bruxelles. «Troppo gravi, non ci ho dormito la notte: Battiato era indifendibile», dice Crocetta. Il primo a essere informato della scelta di revocare la delega è stato il presidente del Senato, Piero Grasso. Crocetta lo ha chiamato al telefono, poi gli ha scritto una lettera di scuse (l’ha inviata anche al presidente della Camera, Laura Boldrini), annunciandogli la decisione di estromettere il cantautore e invitando l’ex procuratore nazionale in visita ufficiale dopodomani, a Palazzo d’Orleans, sede della Presidenza della Regione siciliana.

Grasso ha letto la nota di Crocetta a Palazzo Madama, strappando gli applausi dei senatori. «La gravità delle dichiarazioni, che non possono essere emendate da alcun chiarimento o precisazione – ha scritto Crocetta – assume ancor più rilievo in considerazione della carica di assessore della Regione siciliana dallo stesso ricoperto e dal luogo in cui le stesse sono state rilasciate». Per Crocetta «la mancanza di rispetto dimostrata» da Battiato «per le istituzioni italiane e comunitarie e i loro rappresentanti determina il venir meno di un requisito che ritengo fondamentale per ricoprire una carica nel governo regionale da me presieduto e un vulnus irreparabile del rapporto».

Approfittando del «caso Battiato», il governatore s’è tolto l’altro «sassolino dalla scarpa». «Di Zichichi non se ne poteva più, bisognava lavorare e invece lui parlava di raggi cosmici; forse, sarebbe stato meglio utilizzarlo come esperto». Tra i più contestati per le sue continue assenze, durante le poche apparizioni in commissione parlamentare per le audizioni, Zichichi parlava di pre-socratici, energia nucleare, Muos, creazione delle nuvole e super computer, sognando una Sicilia piena di statue di Archimede, almeno una in ogni piazza di tutte le città, tra lo stupore dei parlamentari che chiedevano risposte alle tante emergenze dell’isola. Se Zichichi pensava di fare l’assessore da Ginevra e da qualsiasi altra parte del mondo, Battiato diceva di poterlo fare anche «dal letto». «Non mi pento delle mie scelte, ma si cambia», dice Crocetta. Ed è già partito il toto-nomine per i due posti di assessore vacanti. Per ora le deleghe, al Turismo e ai Beni culturali, le terrà Crocetta, che sta tentando di convincere uno dei suoi amici più cari, il mecenate Antonio Presti, l’ideatore della Fiumara d’arte e dell’Atelier sul mare a Castel di Tusa, dove si rifugia l’ex sindaco di Gela nei suoi momenti di relax.

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