“Dovevamo uccidere i Burgio”, parla Gammino: un imputato, “mai fornito armi”

 
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Immagine di repertorio

Gela. Sono accusati di essersi messi a disposizione del gruppo Emmanuello e in alcuni casi di aver fornito delle armi. In aula, nel dibattimento che si sta celebrando contro Giuseppe Stimolo, Giovanni Avvento, Orazio Meroni e Giacomo Cagnes, ha parlato Gianluca Gammino, da diversi anni collaboratore di giustizia. “Dovevamo uccidere Emanuele e Salvatore Burgio – ha detto – mi venne dato l’incarico perché Emanuele Burgio anni prima mi aveva minacciato con un fucile. Salvatore Burgio lo inseguimmo in sella ad un motorino ma il ragazzo che era con me non sparò. Ebbe paura”. Davanti al collegio penale del tribunale è stato sentito anche uno degli imputati. “Ho conosciuto Giuseppe Scicolone solo in carcere – ha detto Giacomo Cagnes – non ho consegnato armi. Ho già scontato una pena per le condanne subite e sono stato licenziato nel 2007 dalla Marina. Da allora, mi sono allontanato da Gela”.

Proprio Cagnes, difeso dall’avvocato Carmelo Tuccio, è ritenuto uno dei presunti armieri del gruppo Emmanuello. Le accuse agli imputati vengono mosse dai pm della Dda di Caltanissetta che hanno ricostruito una serie di fatti legati proprio alle dinamiche interne dei gruppi locali di cosa nostra.

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