Ex area pozzo nell’anagrafe dei siti da bonificare, Regione: “Contaminazione certificata”

 
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Gela. Diversi piani di bonifica di ex aree industriali, soprattutto del gruppo Eni, sono al vaglio degli uffici tecnici, sia della Regione sia ministeriali. Quello della bonifica di zone locali negli anni destinate al ciclo produttivo industriale e alle attività di estrazione è un tema che tiene banco da anni e che ha assunto carattere di maggiore urgenza nella fase successiva alla riconversione della raffineria di contrada Piana del Signore. Proprio gli uffici regionali del dipartimento acqua e rifiuti hanno rilasciato un provvedimento che tocca uno dei quadranti in passato destinato ad attività estrattiva. L’ex area pozzo Gela 16 è stata inserita nell’anagrafe dei siti da bonificare. Lo scorso luglio, il dipartimento acqua e rifiuti ha rilasciato un provvedimento per la variante del progetto operativo di bonifica. Ora, rientra tra quelle censite attraverso l’anagrafe regionale che assegna un preciso codice identificativo. L’inserimento dell’ex area pozzo 16 viene motivato “per la presenza di una contaminazione certa e certificata”, così riporta il decreto sottoscritto dal dirigente del servizio. Negli scorsi anni, anche gli uffici comunali si mossero per tracciare un perimetro da far rientrare nel Sito di interesse nazionale. Non tutti gli ex siti industriali del territorio rientrano nel Sin e di conseguenza non sono sottoposti a criteri specifici per gli interventi di bonifica. Questo vale anche per le aree pozzo, a cominciare da quelle ormai minerariamente chiuse.

La scorsa settimana, gli esponenti locali di FdI hanno sollecitato l’amministrazione a monitorare con maggiore attenzione diverse procedure ancora aperte e che tra le altre cose non troverebbero la giusta celerità per il rilascio delle valutazioni della commissione Sic-Zps costituita in Comune.

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