Ex detenuti pronti a lavorare negli spazi verdi Eni, accordo vicino

 
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Gela. La trattativa è giunta praticamente al termine: saranno gli ex detenuti ad occuparsi della manutenzione degli spazi verdi presenti nella zona degli uffici amministrativi della fabbrica Eni.

Da tempo, il gruppo di ex detenuti coordinato da Rocco Bassora e Antonio Anzaldi si muove nel tentativo di ottenere un riscatto dopo l’esperienza del carcere. L’ultima parola, però, spetta proprio ai dirigenti della multinazionale che, in ogni caso, sembrano assai convinti dell’iniziativa. Nei prossimi giorni, l’accordo dovrebbe essere definitivamente concluso e ufficializzato. I dirigenti locali di raffineria hanno deciso di dare una possibilità agli ex detenuti che, da alcuni mesi, hanno avviato diverse attività.
Non a caso, sono stati proprio loro ad occuparsi degli interventi di bonifica all’interno di un’area del parco di Montelungo. L’assegnazione dei lavori di manutenzione nell’area Eni, adesso, attende solo di essere formalizzata. Per questa ragione, fondamentali saranno i prossimi giorni.
A mettere nero su bianco l’accordo sarà, fra gli altri, lo stesso primo cittadino Angelo Fasulo. Proprio al sindaco, in origine, si rivolsero gli ex detenuti nel tentativo di uscire allo scoperto e tentare la carta del riscatto sociale e lavorativo. Dopo i primi contatti, è arrivato l’interessamento dei dirigenti Eni.
I lavori, quindi, dovrebbero prendere il via lungo un’ala degli spazi verdi gestiti dalla società. Interventi continui per evitare il degrado di aree che i dirigenti locali del gruppo intendono mantenere sempre nelle migliori condizioni. Rocco Bassora e Antonio Anzaldi, rappresentanti dell’associazione che, adesso, raggruppa molti ex detenuti, avranno il compito d’individuare gli operai che dovranno affiancarli nelle operazioni di manutenzione del verde.
Una possibilità in più, quindi, davanti ad un panorama occupazionale tutt’altro che semplice. Da firmare, rimangono solo gli ultimi documenti che, in questo modo, dovrebbero suggellare l’accordo.
La convinzione di tutte le parti interessate, di certo, non sembra proprio mancare: rafforzata dalla volontà di assicurare un’apertura lavorativa ad un gruppo di operai.

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