Dissalatore da 50 milioni fermo: operai scrivono a Crocetta. “Nessuna risposta”

 
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Gela. Da oltre due anni, il quinto modulo bis dell’impianto di dissalazione, costato circa cinquanta milioni di euro, è fermo: nessuna soluzione è stata trovata per i venti operatori che, per conto della Di Vincenzo spa, si occupavano della gestione dell’intero sistema.

Così, i lavoratori hanno appena scritto al presidente della regione Rosario Crocetta. Una lettera aperta indirizzata all’ex primo cittadino: tante promesse, infatti, non hanno trovato alcuna concretizzazione.
“Non sappiamo veramente più a chi rivolgerci – dice il rappresentante sindacale Antonio Lombardo – la soluzione alla nostra vicenda, almeno sulla carta, era stata trovata lo scorso anno. Con il passaggio di gestione alla società Siciliacque, partecipata proprio dall’ente regionale, saremmo dovuti transitare nell’organigramma di quest’azienda. Però, non è successo assolutamente nulla. A quanto pare, Siciliacque non vuol far ripartire l’impianto. Almeno, così ci fanno credere”.
Lombardo, insieme all’altro rappresentante sindacale Santo Cardizzone, si è rivolto al presidente della regione. “A dire la verità – spiega ancora – non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Ci dicono soltanto che il presidente si sta interessando all’intera vicenda. Intanto, mentre la politica locale esultava per la presunta soluzione del caso del quinto modulo bis, noi abbiamo dovuto attraversare lunghe ed inutili attese. Il risultato finale è piuttosto semplice, ci troviamo in mobilità. Non siamo dipendenti di nessuna società. Anzi, siamo dipendenti dell’Inps, almeno fino a quando dura”.
I lavoratori mettono in dubbio l’intero meccanismo che, allo stato attuale, consente la fornitura idrica in città. “L’impianto destinato a morire – spiega Lombardo – veniva utilizzato dai tecnici di Siciliacque per miscelare l’acqua delle dighe e renderla pura. Quella prodotta dal quinto modulo bis, infatti, era a conducibilità 1. Praticamente, perfetta. Adesso, invece, quale acqua arriva nelle case? E’ mai possibile che, quasi per magia, le sole dighe riescano a garantire acqua tanto pura?”.
Nell’intera vicenda non sono mancati rimpalli di responsabilità tra funzionari regionali e manager di Siciliacque. “Siamo veramente molto sfiduciati – conclude il rappresentante sindacale – diversi miei colleghi hanno perso qualsiasi speranza. A questo punto, ho preferito ritornare agli studi universitari. Chi ci dovrebbe dare una risposta?”.
Tutto tace: tra i tavoli di trattativa così come all’interno dell’impianto da milioni di euro.

IL TESTO INTEGRALE DELLA MISSIVA INVIATA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE SICILIA

 

Illustrissimo Presidente,

 

a scrivere questa lettera sono gli ex lavoratori del dissalatore di Gela denominato V Modulo Bis, per chiederLe, confidando nella Sua riconosciuta sensibilità sociale, di volere intervenire per dirimere i problemi che non permettono la nostra ripresa lavorativa.
Ci sia permesso fare una breve cronistoria degli eventi che hanno portato alla fermata del dissalatore e al successivo nostro licenziamento:
il 10 dicembre 2010 si procede alla fermata del dissalatore, in quanto la società Siciliacque spa (società partecipata al 25% dalla Regione Siciliana) comunica di riuscire a far fronte alle esigenze della comunità con la sola acqua proveniente dagli invasi e che grazie e al miglioramento della qualità della stessa si consente anche il rispetto dei parametri di potabilità senza più la necessità di miscelazione con acqua proveniente dal dissalatore. In realtà i problemi riguardanti l’ approvvigionamento idrico e la potabilità dell’ acqua ad oggi non sono affatto risolti, prova ne sono i continui disagi per la comunità con danni economici anche per le attività commerciali e per gli agricoltori presenti sul territorio.
Il 06 ottobre 2011, grazie alle pressioni dei sindacati, dell’ Amministrazione Comunale e alla raccolta di firme per evitare la chiusura dell’ impianto, viene attivato un’ incontro presso la Prefettura di Caltanissetta. In questa occasione il Dott. Vincenzo Emanuele (all’ epoca dei fatti Direttore Generale del Dip. Regionale dell’ acqua e dei rifiuti) informa tutti i presenti che si può considerare chiuso l’ iter per affidare alla società Siciliacque spa il servizio di gestione dell’ impianto, garantendo anche la continuità lavorativa del personale.
Il 20 aprile 2012 facendo seguito alle dichiarazioni fatte in Prefettura, viene sottoscritto un Protocollo d’ Intesa tra la Regione Siciliana, la Siciliacque spa e le OO.SS., con il quale si rende ufficiale l’ assegnazione della gestione dei dissalatori di Gela e di Porto Empedocle a Siciliacque spa con l’ assunzione da parte di  quest’ ultima di tutto il personale alle dipendenze dei precedenti gestori al fine di non disperdere le professionalità esistenti. Protocollo che però non ha avuto pratica attuazione poiché nei fatti abbiamo solo assistito al nostro licenziamento da parte dell’Amministrazione Giudiziaria della Di Vincenzo spa con conseguente disagi economici per venti famiglie.
A questo deve aggiungersi il deterioramento che sta subendo un’ impianto di tali dimensioni a causa di un prolungato fermo e per la cui progettazione e messa in opera sono stati impiegati più di cinquanta milioni di euro in parte finanziati anche dalla Comunità Europea.
Risale solo al 2004 una Sua ordinanza da Sindaco di Gela, grazie alla quale intimava al Genio Civile di Caltanissetta la messa in produzione del V modulo bis per far fronte alla crisi idrica e alle pericolose condizioni igienico sanitarie che si erano create, situazioni che in una città siccitosa come la nostra potrebbero ripresentarsi, rischiando se non vengono trovate soluzioni in tempi brevi, di ritrovarci con un impianto non più efficiente che necessiterà per essere rimesso in servizio di ingenti somme di denaro.
Facciamo appello ai valori sui quali Lei ha sempre fondato il suo operato, sin da quando era il nostro Sindaco: legalità, lealtà e rispetto della dignità altrui e grazie ai quali ha saputo riaccendere la speranza di noi siciliani.
Per quanto detto, siamo certi che un Suo autorevole intervento possa far si che vengano adottate tutte le iniziative necessarie per risolvere la situazione illustrata e restituire la dignità a noi lavoratori e serenità e certezze alle nostre famiglie a cui oggi non sappiamo più cosa dire.

 

Certi di un Suo impegno, anticipatamente ringraziamo.

 

Gli ex lavoratori del dissalatore V modulo bis


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