“Abbandonato dallo Stato”, Missuto: “Interrompo anche gli integratori”

 
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L'imprenditore Emilio Missuto

Gela. È arrivato al giorno 225 di sciopero della fame. L’imprenditore Emilio Missuto ha lasciato il camper, al cui interno dallo scorso anno ha iniziato una protesta ancora oggi in corso. Ora, ha annunciato che non assumerà più neanche integratori e bibite energetiche. L’attività di famiglia, negli anni, ha subito pesanti scosse, a partire dai mancati pagamenti di un’amministrazione comunale sarda. Iniziò un braccio di ferro infinito, tra giudici, carte bollate e banche. Missuto, da anni, chiede che si possa arrivare ad una decisione sulla vicenda della propria azienda. Ancora oggi, non c’è stato un pronunciamento sui crediti non ottenuti. Le ripercussioni dovute alla flessione dell’attività ci sono state sull’investimento per il sito produttivo di contrada Sabuci, avviato sul territorio locale. Missuto attende di avere un riscontro dalle istituzioni. Si è pubblicamente rivolto alla procura, al presidente del tribunale, al prefetto di Caltanissetta e ancora al presidente della Repubblica e al ministro della giustizia.

“Mi sento abbandonato dallo Stato e vittima della mafia, della microcriminalità e della massoneria”, continua a dire. Nella sua lunga protesta ha sempre mantenuto attivo un canale social per informare sull’evoluzione di eventuali risposte dalle autorità, che però mancano. Vuole andare oltre, mettendo a rischio un’integrità fisica già decisamente deteriorata. Si è appellato al presidente della Repubblica Mattarella e al ministro della giustizia Nordio. L’intera iniziativa, estrema, ha certamente inciso anche su un piano economico. I familiari continuano a supportarlo in una protesta solitaria che per lui sembra un’ultima spiaggia, nel tentativo di risollevare le sue attività, riprendendosi ciò che reclama da anni.

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