Falda e bonifiche, Regione rilascia Aia ad Eni: autorizzazione per sistema degli impianti

 
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Gela. La fase preliminare, con l’intera istruttoria tecnica, si è protratta per quattro anni. Gli uffici del dipartimento regionale acqua e rifiuti, attraverso il servizio 8, hanno rilasciato il provvedimento Aia per il sistema di trattamento delle acque di falde e per gli impianti del processo biologico di Eni Rewind, presenti all’interno del sito di contrada Piana del Signore. Si tratta di un sistema complessivo, composto da più impianti di trattamento già esistenti (in parte di proprietà di Irsap), che intervengono, principalmente, nel processo dei reflui civili, del percolato delle discariche interne e di quello che arriva dal sito di Timpazzo, ma anche nel trattamento delle acque di falda. I funzionari regionali hanno chiuso l’iter, dopo una lunga valutazione e diverse conferenze di servizi. Sono stati acquisiti e analizzati i pareri degli enti coinvolti. Quello del Comune di Gela non è pervenuto, nonostante le richieste, ma è stato considerato “acquisito favorevolmente senza condizioni”. Oltre al rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale, nel decreto si prevedono delle prescrizioni che Eni Rewind dovrà osservare nello svolgimento delle attività. La procedura era iniziata, con istanza proposta dai manager di Syndial, oggi invece diventata Eni Rewind, la società del gruppo della multinazionale che opera nel settore delle bonifiche. Il provvedimento va quindi a riguardare impianti come il Tas, per il trattamento delle acque di scarico; il sistema biologico industriale; quello di trattamento biologico urbano; il sistema di barrieramento-emungimento-interconnecting delle acque di falda e del Taf. Sono tutti pezzi, consistenti, del processo di bonifica della falda del sito industriale, spesso al centro di diversi approfondimenti e indagini. L’Aia rilasciata dagli uffici palermitani va a coprire ulteriori attività, predisposte dalla multinazionale. Sono ricompresi l’impianto barriera all’isola 2, il pre-trattamento delle acque di falda (ribattezzato “taffino”) e il sistema di emungimento dicloroetano previsto sempre all’isola 2 “per l’estrazione di acqua ad elevata concentrazione di dicloroetano”, si legge nel decreto. Nel provvedimento, inoltre, è precisato che “l’impianto sperimentale per il trattamento di rifiuti non pericolosi allo scopo di ottenere vettori energetici (bio-olio)–Forsu– recupero rifiuti non pericolosi–potenzialità massima 30 kg/h (119 t/a), non è ricompreso nella presente autorizzazione in quanto già autorizzato ex art.211 con D.D.G. 1262/2017; lo stesso potrà essere oggetto da parte del gestore, di istanza di modifica o di nuova AIA indipendente dal presente provvedimento”. L’Autorizzazione integrata ambientale, appena rilasciata, ha una durata di dodici anni.

Tra le prescrizioni, è riportato che Eni Rewind dovrà sempre informare gli enti di controllo e rispettare le indicazioni fornite da Arpa e Ispra. Il decreto, firmato dal dirigente generale Calogero Foti, richiama tutte le aree del sito di contrada Piana del Signore, sottoposte ad interventi di bonifica. Vengono passate in rassegna l’isola 1, “l’area inizialmente ospitava l’impianto Clorosoda (fermato nel 1994) ed il Parco Sale. Presso l’isola è presente una sistema di Mise con un pozzo di emungimento, le cui acque sono inviate all’impianto di pretrattamento denominato (“taffino”)”, riportano i tecnici della Regione; l’isola 2, “area in cui era presente l’impianto di produzione dicloroetano (fermato nel 1994). Attualmente libera, è presente un sistema di Mise (con tre pozzi) e recupero di acqua ad elevata concentrazione di dicloroetano ed è in corso di installazione un impianto per il recupero della frazione più pesante”; l’isola 6, “l’area ha ospitato gli impianti di Enichem agricoltura (fermati nel 1993), attualmente è in parte occupata dai quattro capannoni e per il resto è libera. Sono presenti tre piezometri da cui viene recuperato manualmente il surnatante (ma è in previsione l’installazione di un sistema fisso); l’isola 10, “l’impianto di produzione di ossido di etilene (fermato nel 1999-2000) è stato demolito e nell’area è ora presente la cabina elettrica di proprietà RaGe. Presso l’area viene eseguito con cadenza semestrale un monitoraggio della qualità delle acque di falda in contradditorio con Arpa Sicilia; l’isola 17, “ex impianto Acrilonitrile (fermato nel 2002) che è attualmente in fase di demolizione. Permangono sull’area l’impianto Ossammide e la colonna C101, quest’ultima di proprietà RaGe. Presso l’area sono presenti sette piezometri dai quali viene recuperato manualmente il surnatante (è in previsione l’installazione di un sistema fisso)”.

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