Fase finale piano delle alienazioni, stretta su comodati: “Contratti scaduti o inesistenti”

 
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L'assessore Antonio Pizzardi

Gela. In una situazione generale di evidente difficoltà amministrativa, acuita dal dissesto dell’ente, il sindaco Lucio Greco e gli assessori, ognuno per i settori di competenza, stanno cercando di assicurare gli impegni essenziali e non differibili. La scadenza naturale del mandato è quasi dietro l’angolo ma le priorità sono tante. Nei prossimi giorni, probabilmente entro il fine settimana, l’assessore Antonio Pizzardi potrebbe far pervenire in giunta il piano delle alienazioni e valorizzazioni, ancora più importante per un ente comunale che necessita di risorse finanziarie. E’ il passo finale di un’istruttoria che Pizzardi ha portato avanti insieme ai tecnici del settore patrimonio. Si è trattato di un monitoraggio assai approfondito rispetto alle sorti di immobili che sono di proprietà comunale ma che nel tempo non hanno consentito di introiettare le risorse preventivate. Il piano, oltre alla tappa della giunta, dovrà poi arrivare all’assise civica. In questo periodo, quasi in parallelo, l’assessore ha voluto approfondire ancora di più. Con una recente nota, indirizzata al settore e al sindaco Lucio Greco, indica l’esigenza di essere più stringenti negli accertamenti e nella possibile valorizzazione delle disponibilità dell’ente, per arrivare ad introiti che limitino le passività alla base della dichiarazione di dissesto. L’assessore considera prioritario riscuotere i canoni dovuti da chi ancora oggi ha in uso immobili dell’ente e che non risulta in linea con la tabella dei pagamenti. Nella nota si sottolinea la sussistenza di possibili casi limite, con “associazioni, onlus o enti ecclesiastici”, nella disponibilità di immobili municipali, ma con contratti “scaduti” o addirittura privi di “titoli legittimanti il possesso”.

Non a caso, indica più volte le determinazioni della Corte dei Conti. Nelle disamine condotte sui numeri di Palazzo di Città i magistrati contabili hanno rilevato l’assenza di un vero flusso di entrate dalla concessione del patrimonio immobiliare, spesso affidato a terzi per fini sociali o istituzionali ma senza le conseguenti entrate. Pure su questo profilo gli uffici del patrimonio hanno effettuato non poche verifiche e non si esclude di riacquisire gli immobili dati in affidamento.

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