Filca Cisl, Iudici: la politica deve favorire gli investimenti nel territorio

 
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Gela. Una ricognizione puntuale delle opere già appaltate. Prevedere tempi strettissimi per rimettere in moto l’economia. Sono alcune delle proposte che la Filca Cisl ha avanzato per dare impulso non solo al settore edile, ma allo sviluppo del territorio in genere.

Franco Iudici, segretario generale provinciale del sindacato degli edili, ha sottolineato come la messa in sicurezza e manutenzione degli edifici di proprietà degli immobili e la riqualificazione dei centri storici o dei quartieri periferici integrando l’intervento pubblico con il finanziamento dei privati.

“La politica deve favorire gli investimenti: in questa direzione non possiamo che accogliere con soddisfazione il progetto per la realizzazione del centro commerciale di Gela – dice Iudici – L’opera abbraccerà diversi campi: inizialmente il settore edile, successivamente il comparto del terziario. Si creeranno numerosi posti di lavoro nel breve e nel lungo periodo”.

Un’altra scommessa per il sindacato sarà la realizzazione del “polo agro energetico serricolo fotovoltaico” della potenza di 80 megawatt. Un investimento di 110 milioni di euro e l’occupazione di 500 operai per tre anni. Forza lavoro che si ridurrà gradualmente dopo la costruzione, fino a stabilizzarsi a 250 unità per la gestione permanente dell’impianto.

Al sindaco la Filca chiede inoltre di velocizzare i tempi per altre cinque opere: via Omero, Orto Pasqualello, Via Francesco Crispi, il consolidamento della bretella Borsellino, che collega il lungomare con la zona alta della città e la riqualificazione del lungomare Federico II di Svevia. Altro esempio il Porto rifugio. “Se ne discute da decenni – conclude Iudici – ma il porto continua a rimanere lì, malandato per la vetustà del tempo: neppure la zattera di Ulisse potrebbe approdarvi per la note questione dei fondali. La politica invece di risolvere il problema continua ad invocare tavoli tecnici su tavoli tecnici: penso invece che la politica dovrebbe chiedere “scusa” alla città per il totale fallimento. Un atto dovuto per riconquistare credibilità. Non c’è nulla di male ammettere le proprie colpe invece di gridare al vento che il problema è stato risolto”.

 

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