I beni confiscati ai clan, gli atti ancora dai tecnici del Comune: “Vanno valutati con attenzione”

 
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Gela. Potrebbero allungarsi i tempi, necessari a far giungere in aula consiliare il nuovo regolamento sulla gestione dei beni confiscati alle organizzazioni mafiose. Le linee guida. Il documento, varato dalla commissione affari generali in coordinamento con l’associazione antiracket “Gaetano Giordano” e con gli stessi tecnici comunali, è attualmente al vaglio proprio degli uffici di Palazzo di Città. “Non posso sbilanciarmi sui tempi necessari – spiega l’assessore all’urbanistica Francesco Salinitro – le linee guida preparate in commissione sono al vaglio dei nostri funzionari. Credo sia necessario qualche intervento, soprattutto di tipo tecnico. Ovviamente, è interesse dell’amministrazione fare in modo che gli atti possano essere approvati prima possibile”. Sono ventuno i cespiti passati dal controllo degli esponenti di stidda e cosa nostra a quello dell’ente comunale. Beni, sia edifici che terreni, da destinare ad una riconversione che possa generare nuova economia.  In base alle linee guida varate ad inizio luglio, è previsto un minimo di tre anni di gestione, da concedere ad associazioni senza fini di lucro. Periodo che, eventualmente, potrà essere prorogato. Chi avrà la possibilità di gestire i beni dovrà comunque relazionare periodicamente rispetto alle attività svolte. Atti che verranno valutati dalla commissione e trasmessi anche ai funzionari della prefettura di Caltanissetta. Una commissione, composta da tecnici, consiglieri comunali ma anche associati all’antiracket, valuterà i progetti destinati alla riconversione dei beni confiscati ai clan locali e finiti nella proprietà del Comune. Il nodo principale da scogliere, comunque, rimane sempre quello delle quote di proprietà sui singoli beni. Spesso, solo una parte degli immobili è riconducibile agli esponenti dei clan mentre le altre sono escluse dalla procedura di confisca.

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