I soldi dell’Accordo di programma, la Cgil non aspetta più: Giudice, “Musumeci ci convochi”

 
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Nella foto Ignazio Giudice, segretario provinciale Cgil.

Gela. “Mi aspetto una convocazione dal presidente della Regione Nello Musumeci”. Il segretario confederale della Cgil Ignazio Giudice, la richiesta di essere ricevuto dal presidente l’ha fatta pubblicamente più volte. Lui, insieme agli altri confederali di Cisl, Uil e Ugl. Anche questa volta, Giudice chiede a Musumeci di ricevere i sindacati. “Per affrontare due temi che riguardano la vita economica dei prossimi anni – dice – i fondi del decreto milleproroghe e il destino dell’Accordo di programma. Vi è un detto al quale spesso non ho dato peso ma credo sia utile rivalutarlo per l’occasione. O ci si salva tutti insieme oppure ventidue comuni rischiano spopolamento e desertificazione, cioè povertà reale”. L’appello del sindacalista riguarda la città, ancora impelagata nel tentativo di capire se la “soluzione a tutti i mali” siano gli appena venticinque milioni di euro impegnati dal governo centrale e dalla Regione, ma anche gli altri comuni della provincia. “Già mesi fa ho chiesto conto e ragione del trattamento riservato da governo regionale e nazionale all’Accordo di programma che interessa migliaia di abitanti, lavoratori e imprese della provincia – continua – nel convincimento che la quantità del denaro destinato può fare la differenza dato che questa provincia è famosa per aver regalato milioni di euro ad imprenditori che hanno costruito capannoni e li hanno lasciati vuoti, arrecando danno anche agli imprenditori onesti che non hanno avuto la possibilità di usufruire dei benefici del contratto d’area, del patto per l’agricoltura e dell’ampliamento con la legge 488”.

Fino ad oggi, da Palermo non c’è stata alcuna risposta, se non la delibera di “apprezzamento” dell’Accordo di programma, firmata da Musumeci e dai suoi assessori. Quello che doveva essere la panacea di tutti gli sconquassi economici del territorio, per ora è giusto una scatola di impegni finanziari, che non si capisce bene quando potranno concretizzarsi. L’amministrazione comunale, a sua volta, non dà grandi segnali di “trasparenza”. “A parer mio, sui numeri e quindi sui finanziamenti pubblici destinati ai comuni non ci possono essere divisioni – continua – neppure in quei comuni come Caltanissetta e Gela nei quali ormai da mesi si parla di sfiducia. Io non entro nel merito della dinamica partitica, non è nel mio ruolo farlo e rischierei di affollare la categoria di coloro che sono più propensi alla critica politica priva di proposta invece di lavorare “per costruire” percorsi di crescita economica, unico intessere che deve vedere la creazione di una nuova “stagione della coesione intelligente”. Un appello rivolto anche ai deputati del territorio. “La nostra provincia ha deputati nazionali che fanno parte della maggioranza di governo – aggiunge – loro più di altri devono divenire portavoce delle istanze dei 270 mila abitanti della provincia di Caltanissetta”. Una “missiva” chiara, firmata dal segretario confederale della Cgil, che tra le righe sa anche di politica. Il sindacato, soprattutto in questa fase, ha un ruolo centrale nelle dinamiche del territorio, accentuato dalla debolezza amministrativa dimostrata dalla giunta Messinese ma anche da altri governi municipali della provincia.

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